Paolo Fiorello, il maresciallo morto a Pizzo. In una lettera i motivi del suicidio Paolo Fiorello, il maresciallo morto a Pizzo. In una lettera i motivi del suicidio

Paolo Fiorello, il maresciallo morto a Pizzo. In una lettera i motivi del suicidio

Paolo Fiorello, il maresciallo morto a Pizzo. In una lettera i motivi del suicidio
Paolo Fiorello, il maresciallo morto a Pizzo. In una lettera i motivi del suicidio

VIBO VALENTIA – Ha lasciato un biglietto nel suo ufficio per spiegare i motivi del suicidio, chiedendo scusa ai colleghi e alla famiglia. Con poche parole Paolo Fiorello, maresciallo dei carabinieri morto suicida a soli 37 anni alla fine della scorsa settimana a Pizzo, comune in provincia di Vibo Valentia, ha fatto chiarezza su una vicenda che ha lasciato tutti i suoi conoscenti senza parole.

L’uomo ha spiegato di temere per la sua carriera in seguito a un incidente verificatosi lo scorso mese di marzo. Non poteva rinunciare al suo lavoro, ma prima il rallentamento dell’operatività, poi l’operazione al malleolo che lo ha costretto per un lungo periodo a letto e la possibilità di camminare con le stampelle gli avevano fatto perdere fiducia in un suo completo recupero. Paolo Fiorello non accettava di finire relegato dietro una scrivania lasciando soli i ragazzi della stazione dei carabinieri di Pizzo, di cui era alla guida. Così, non è riuscito a trovare altra soluzione che il suicidio. Ha premuto il grilletto della sua pistola d’ordinanza puntando dritto al cuore.

Era l’1 luglio, il giorno prima dell’anniversario della morte del padre, anch’egli sottufficiale dell’Arma. Intanto, il suo corpo si trova ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia, un atto dovuto che accerterà definitivamente le cause del decesso.

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