CITTA’ DEL VATICANO – Benedetto XVI ha pregato per la pace durante la messa di Natale in San Pietro. ”Amiamo il Tuo essere bambino, la Tua non violenza, ma soffriamo per il fatto che la violenza perdura nel mondo”, ha detto sulla venuta di Dio nel Natale.
”Dimostra la Tua potenza, o Dio – ha aggiunto -. In questo nostro tempo, in questo nostro mondo, fa’ che i bastoni dell’aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali rimbombanti dei soldati vengano bruciati, cosi’ che la Tua pace vinca in questo nostro mondo”.
”Dio e’ apparso, come bambino”, ha spiegato il Papa nell’omelia, sottolineando che ”proprio cosi’ Egli si contrappone ad ogni violenza e porta un messaggio che e’ pace”.
”In questo momento – ha proseguito -, in cui il mondo e’ continuamente minacciato dalla violenza in molti luoghi e in molteplici modi; in cui ci sono sempre di nuovo bastoni dell’aguzzino e mantelli intrisi di sangue, gridiamo al Signore: Tu, il Dio potente, sei apparso come bambino e ti sei mostrato a noi come Colui che ci ama e mediante il quale l’amore vincera”’.
”E ci hai fatto capire – ha detto ancora Ratzinger – che, insieme con Te, dobbiamo essere operatori di pace”.
”Oggi il Natale e’ diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell’umilta’ di Dio, la quale ci invita all’umilta’ e alla semplicita”’. E’ il monito pronunciato dal Papa durante la messa di Natale in San Pietro.
”Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo – ha aggiunto – fino a trovare dietro di esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire cosi’ la vera gioia e la vera luce”.
”Chi oggi vuole entrare nella chiesa della Nativita’ di Gesu’ a Betlemme – ha ricordato il Pontefice nell’omelia -, scopre che il portale, che un tempo era alto cinque metri e mezzo e attraverso il quale gli imperatori e i califfi entravano nell’edificio, e’ stato in gran parte murato. E’ rimasta soltanto una bassa apertura di un metro e mezzo. L’intenzione era probabilmente di proteggere meglio la chiesa contro eventuali assalti, ma soprattutto di evitare che si entrasse a cavallo nella casa di Dio”.
”Chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesu’, deve chinarsi – ha proseguito -. Mi sembra che in cio’ si manifesti una verita’ piu’ profonda, dalla quale vogliamo lasciarci toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione ‘illuminata”’.
Secondo papa Ratzinger, quindi, ”dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio. Dobbiamo seguire il cammino interiore di san Francesco – il cammino verso quell’estrema semplicita’ esteriore ed interiore che rende il cuore capace di vedere”.
”Dobbiamo chinarci, andare spiritualmente, per cosi’ dire, a piedi – ha aggiunto -, per poter entrare attraverso il portale della fede ed incontrare il Dio che e’ diverso dai nostri pregiudizi e dalle nostre opinioni: il Dio che si nasconde nell’umilta’ di un bimbo appena nato”.
”Celebriamo cosi’ liturgia di questa Notte santa – e’ stato l’invito del Pontefice – e rinunciamo a fissarci su cio’ che e’ materiale, misurabile e toccabile. Lasciamoci rendere semplici da quel Dio che si manifesta al cuore diventato semplice”.
”Preghiamo in quest’ora anzitutto anche per tutti coloro che devono vivere il Natale in poverta’, nel dolore, nella condizione di migranti, affinche’ appaia loro un raggio della bonta’ di Dio”. E’ l’esortazione che Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli al termine dell’omelia nella messa della notte di Natale da lui presieduta nella basilica di San Pietro.