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Papa Francesco: “Chiedo scusa ai fratelli pentecostali per le leggi razziali”

di Daniela Lauria |28 Luglio 2014 15:22

Papa Francesco si intrattiene con il leader della locale comunità evangelica pentecostale, Giovanni Traettino (foto Ansa)

CASERTA – Ha chiesto pubblicamente perdono agli evangelici pentecostali per le leggi razziali che li discriminarono durante il Fascismo. Papa Francesco di nuovo in trasferta a Caserta, la seconda dopo la visita pastorale di sabato, ha incontrato 350 fedeli della comunità evangelica pentecostale guidata dal pastore Traettino, suo carissimo amico. “Qualcuno si stupisce che il Papa sia venuto a trovare gli evangelici – ha detto – Sono venuto a trovare i miei fratelli”, ai quali ha rivolto le scuse a nome della Chiesa Cattolica:

“Tra quelli che hanno perseguitato e denunciato i pentecostali, quasi come fossero dei pazzi che rovinavano la razza, c’erano anche dei cattolici: io sono il pastore dei cattolici e vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che non hanno capito e sono stati tentati dal diavolo”.

Il riferimento di papa Francesco è a una disposizione del regime fascista poi confluita nelle leggi razziali che riguardava i pentecostali. La disposizione, risalente al 9 aprile 1935 e a firma del sottosegretario all’interno Guido Buffarini Guidi, controfirmata dal capo della polizia Arturo Bocchini, vietava il culto pentecostale in tutto il Regno in quanto “esso si estrinseca e concreta in pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza”. In conseguenza di questa  circolare ci furono arresti e invii al confino di semplici credenti come di pastori pentecostali.

E’ la prima uscita da Roma di un Papa per fare visita a un pastore protestante quella che avviene col ritorno di Francesco nella città campana. Con i pentecostali Francesco ha rinnovato  il suo appello all’unità “fondamentale” tra i cristiani:

“Lo Spirito Santo fa la diversità nella Chiesa – ha detto – La diversità è tanto bella, ma lo stesso Spirito Santo fa anche l’unità, così che la Chiesa è una nella diversità: per usare una parola bella, una diversità riconciliante. Lo Spirito Santo è armonia, armonia nella diversità”.

Francesco ha fatto riferimento all’epoca della globalizzazione “che non è una sfera tonda, ma un poliedro” per sottolineare come lo Spirito Santo non sia artefice di uniformità.

“Ognuno – ha osservato – cammina con le sue peculiarità e il suo carisma e questa è l’unità nella diversità. E’ questo cammino che noi cristiani facciamo facendo in modo che questa diversità sia armonizzata dallo Spirito Santo. Così noi cerchiamo di camminare alla presenza di Dio”.

Terminata la cerimonia di preghiera Papa Francesco si è poi recato a pranzo con i pastori evangelici e le loro famiglie al seguito. Nel menu la mozzarella di bufala d.o.p. Alle 15:30 l’elicottero dei carabinieri lo ricondurrà in Vaticano.

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