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Parma, operai travolti dall’acciaio fuso: condannato l’imprenditore Terenziani

di Sandro |22 Ottobre 2010 18:09

Un milione e 400mila euro. Questo vale la vita di Francesco Carbone e Luciano Gazza, due operai morti nel novembre del 2004 a seguito di un gravissimo incidente avvenuto nell’azienda di fonderia Terenziani srl, della provincia di Parma. Giovedì il titolare della ditta ha patteggiato una pena di un anno e sei mesi di reclusione per omicidio colposo e dovrà risarcire i famigliari delle vittime.

Era il 3 novembre 2004, Carbone e Gazza stavano lavorando nello stabilimento di San Polo di Torrile, quando sono rimasti vittime di un incidente che si rivelerà poi mortale. I due stavano operando con una centrifuga piena di acciaio fuso quando, a causa di un parziale cedimento di due degli argani di fissaggio, una colata di materiale incandescente è fuoriuscita dallo stampo, centrandoli in pieno. Entrambi gli operai sono stati immediatamente ricoverati all’ospedale Maggiore di Parma con ustioni di terzo grado su tutto il corpo, ma non ce l’hanno fatta: Carbone è morto il 22 novembre, Gazza il 28. Nell’incidente è rimasto gravemente ferito anche un altro operaio.

A sei anni dalla tragedia, giovedì il titolare della ditta, il 63enne Giuseppe Terenziani, ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione per omicidio colposo ed è stato condannato a risarcire le famiglie delle vittime con un milione e 400mila euro complessivi. L’imprenditore, infatti, è stato ritenuto responsabile in quanto datore di lavoro, responsabile dei servizi di prevenzione e protezione dagli infortuni, progettista e costruttore del macchinario che si è rotto e ha causato la tragedia. Terenziani, per di più, era al quadro di controllo della centrifuga quando si è verificato l’incidente.

Al 63enne sono state contestate diverse violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, come l’aver omesso di fornire indumenti specifici di protezione agli operai e non aver fornito loro un’adeguata formazione. Non solo: la centrifuga, inoltre, avrebbe presentato gravi carenze progettuali e costruttive.

Oltre a Terenziani per lo stesso reato sono stati indagati due consulenti esterni della ditta, uno dei quali si occupava di prevenzione dei rischi e l’altro di formazione del personale. Entrambi rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Maria Cristina Sarli.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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