Parma, sequestrati altri 16 quadri a Tanzi

tanziSedici nuovi quadri sono stati sequestrati nella casa di Calisto Tanzi: tra queste ci sono due Boccioni, un Segantini, un Kandinsky e uno Chagall considerato già «molto interessante».

Le opere sono state sequestrate dalla Procura di Parma in casa dell’ex numero uno di Parmalat e in altre abitazioni di Parma e provincia di persone vicine a Tanzi. Dodici dipinti, i cui autori non sono stati resi noti dalla Procura, sono stati trovati in un seminterrato nella villa di Tanzi alle porte di Parma.

Uno dei due quadri di Boccioni sequestrati è stato consegnato dal genero di Calisto Tanzi, Stefano Strini, che lo teneva in casa propria. Il Segantini, il Kandinsky e lo Chagall erano in abitazioni di terze persone.

«L’idea è che girassero molti quadri appartenenti alla famiglia Tanzi – ha spiegato il procuratore Gerardo Laguardia – si è rotto un mattone nella diga del silenzio e sono venute fuori informazioni che ci hanno consentito di recuperare una parte dei dipinti che erano di proprietà del cavaliere».

La Procura ritiene che i Tanzi, attraverso persone non appartenenti alla famiglia, abbiano cercato e stiano cercando di vendere le opere sottratte al fallimento di sei anni fa.

Per il momento le opere saranno tutte prese in carico dalla sovrintendenza ai Beni culturali di Parma in attesa che sia compiuta una valutazione sia delle opere sequestrate il 5 dicembre, sia di quelle sequestrate la scorsa notte.

Nessuna dichiarazione ufficiale sul numero degli indagati nell’inchiesta sul tesoro nascosto di Tanzi, anche se sembra che sia destinato a salire con il passare dei giorni. Per quanto riguarda le 12 opere trovate nel seminterrato di villa Tanzi ci si domanda come mai non siano state individuate prima.

«Dopo il 2003 e il 2004 – ha spiegato Laguardia – la guardia di finanza non ha eseguito nessuna perquisizione. All’epoca furono sequestrati tutti i dipinti e i beni di valore trovati nell’abitazione che in seguito furono dissequestrati perchè Tanzi riuscì a dimostrare che quei beni appartenevano alla moglie».

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