Roma, partorisce e uccide la figlia. Il corpo tra i panni sporchi

ROMA – “Mio marito non voleva quella bambina. Allora ci ho pensato io”. Tra le lacrime una filippina di 36 anni ha confessato così agli agenti della Squadra Mobile di Roma di avere partorito, strappando da sola il cordone ombelicale, e poi ucciso una bambina nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, a poche ore dalla vigilia di Natale. La donna, 36 anni, ha partorito da sola in un garage, usato come abitazione, nel popolare quartiere Alessandrino a Roma. Un travaglio breve poi il parto. E la decisione terribile di sopprimere quella bimba che forse avrebbe pesato troppo sul misero bilancio familiare: nel garage dove è avvenuta la tragedia la donna viveva col marito e una figlia di dodici anni. Ora la filippina è accusata di infanticidio.

E’ piantonata al Policlinico Casilino dove è stata ricoverata perchè dopo il parto nel garage ha avuto un’emorragia. All’ospedale hanno constatato che non aveva espulso la placenta. La filippina non ha subito raccontato la terribile verità. Anzi ai medici ha detto di avere partorito la bambina e di averla affidata a dei conoscenti. Ma la versione della donna non convinceva. I medici hanno tentato di farle dire dove fosse la bimba nel vano tentativo di salvare la neonata. Poi sono entrati in campo gli agenti della Squadra Mobile. Durante la perquisizione all’interno del garage è venuta fuori la verità: tra i panni sporchi, avvolto sommariamente, è stato trovato il corpo della neonata morta. A quel punto per la donna è scattato l’arresto disposto dal pm della Procura di Roma Minisci e la donna tra le lacrime ha ammesso “mio marito non voleva quella bimba, ho tenuto nascosta per tutto il tempo la gravidanza”.

Ora la donna si trova al Policlinico Casilino. Proprio in questo ospedale, che si trova in periferia in una zona abitata da immigrati e vicino ad alcuni campi nomadi, alcuni anni fa è stata istituita una sorta di ‘ruota’ tecnologica, ovvero una culla termica dove in assoluto anonimato è possibile deporre neonati indesiderati. Questo per cercare di aiutare le madri in difficoltà e tutelare i piccoli, In questa culla termica già alcuni bimbi hanno trovato una vita nuova.

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