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Pasqua. Agnello a tavola? Perché gli animalisti hanno detto no

di fcavaliere |7 Aprile 2015 9:33

Protesta a Roma degli animalisti di Animal Equality contro l’uccisione di agnelli e capretti per mangiarli a Pasqua

ROMA- Se da un lato la nostra tradizione vuole che nel giorno di Pasqua a tavola si mangino l’agnello o il capretto, dall’altro gli animalisti vorrebbero che si mettesse fine alla consuetudine di metterlo a tavola, non vivo, ovviamente, ma fatto a pezzi e cucinato nel modo che più piace.

E’ per questo che il 3 aprile, il giorno di Venerdì Santo, gli attivisti di Animal Equality, a conclusione della campagna “Salva un agnello” , tra le cui azioni c’è stata l’affissione di manifesti atti a sensibilizzare il pubblico sul destino dei cuccioli di pecore e capre, hanno organizzato una protesta contro l’uccisione di agnelli e capretti che a Pasqua sono quasi sempre immancabili sulle nostre tavole.

A partire dalle 16.30 di Venerdì Santo infatti, davanti al Pantheon, in piazza della Rotonda a Roma, gli attivisti di Animal Equality hanno rappresentato una vera e propria “scena del crimine” vestiti con una tuta bianca che voleva forse richiamare l’immagine del macellaio, per terra le sagome insanguinate di capretti e agnelli e hanno attirato l’attenzione di turisti e passanti che si fermavano a fotografarli e a filmarli e ad ascoltare le loro ragioni amplificate dai megafoni di cui si erano dotati.

La campagna “Salva un agnello” ha prodotto importanti risultati negli anni scorsi: alla vigilia della Pasqua 2013 si era consumato il 40% in meno di carne di agnello e capretto rispetto agli anni precedenti e durante lo stesso periodo del 2014 si è arrivati a meno 48%.

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