In viaggio? Occhio alla tassa sulle vacanze in oltre 480 Comuni

ROMA – Viaggio, albergo, spese varie, e ora anche una tassa per le vacanze. Si chiama imposta di soggiorno e vista la crisi sono aumentati, e non di poco, i Comuni che la applicheranno a quanti si fermeranno nelle strutture ricettive in occasione del weekend pasquale. Nel 2011, quando la nuova tassa venne “inaugurata”, i Comuni che l’avevano applicata erano solo Venezia, Roma, Firenze, Padova, Vieste e Villasimius.

L’Uil Servizio Politiche Territoriali ha invece certificato che per il 2012 “una moltitudine dei cosiddetti Comuni turistici stanno ricorrendo a questa tassa, introdotta dal precedente Governo, che sta infiammando il dibattito tra favorevoli o contrari in tante localita”. E così oggi sono diventati oltre 480, alcuni dei quali – come Catania – hanno anche aumentato le tariffe: proprio nella città siciliana, dove nel 2011 si pagava da 0,50 a 2 euro per notte, da oggi si pagherà da 1 a 2,50 euro per notte.

Quindi ad esempio, una notte in albergo a Capri può costare da un minimo di 3 euro per un albergo fino a 3 stelle a 5 euro per uno di lusso; 2 euro per un agriturismo o un B&B. A Firenze dormire in un albergo costa da 1 euro a 5 euro a notte; in un agriturismo da 1 euro a 3 euro, in un B&B da 1 euro a 2 euro. A Venezia, a seconda delle stelle che si scelgono, il costo varia da 1 a 5 euro a notte in hotel o 3 euro in B&B .

A Siena per ammirare Piazza del Campo, da 2 euro a 5 euro in albergo, 2 euro in B&B e in agriturismo. Sotto la Mole a Torino in albergo si paga la tassa da 1,30 fino a 5 euro per un albergo di lusso, in B&B da 1,30 a 3,20 euro. A Roma per una notte all’ombra del cupolone in un albergo fino a 3 stelle si pagano 2 euro, per un albergo di lusso 3, in B&B e in agriturismo 2 euro.

A Ragusa, invece, nessuna distinzione: si pagherà 1 euro a notte in tutte le strutture. Sull’eventualità di introdurre o meno la tassa si discute animatamente a Perugia, a Matera, a Fano e Taormina, dove gli albergatori frenano.

“La Uil – commenta il Segretario Confederale Guglielmo Loy – non è contraria a priori a questa imposta, purche’ essa sia propedeutica a disegnare un fisco locale più equo. Infatti, se è finalizzata a un abbassamento della pressione fiscale dell’addizionale comunale Irpef o per attenuare l’impatto tariffario dei servizi pubblici locali per i residenti, ben venga. Tra l’altro con questa imposta, che si prefigura come una vera e propria tassa di scopo, si potrebbe creare, soprattutto in quelle località ad alto impatto turistico, quel circolo “virtuoso” in grado di mettere in moto l’occupazione locale attraverso investimenti nelle opere infrastrutturali turistiche”. .

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie