SAVONA – Chi affitterà la casa agli immigrati pagherà una Tari più cara, la stessa che pagano gli hotel. A Savona è passata la mozione della Lega [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] che, nel momento in cui verrà applicata, peserà soprattutto sulla gestione degli appartamenti per migranti delle cooperative del settore.
L’idea approvata dal consiglio comunale è quella di seguire le orme del sindaco di Pontinvrea, comune della provincia sempre di Savona, e di altri Comuni lombardi: qui, questo tipo di appartamenti vengono tassati come fossero delle attività extra alberghiere (b&b, affittacamere o case vacanze) e non come residenze private.
Della vicenda parla Elena Romanato su La Stampa
“Secondo il regolamento comunale, per gli appartamenti privati affittati stagionalmente la Tari si calcola in parte in base alla superficie e per un’altra parte considerando il numero di tre residenti, se non specificato diversamente. Ma, dice la Lega nella mozione, ‘con sempre maggior frequenza’ appartamenti tassati come abitazione privata ospitano un numero di persone ben superiore a tre, come se si trattasse di un’attività imprenditoriale”.
“La mozione fa riferimento anche ad una responsabilità penale a carico di chi gestisce i migranti, nel caso di atti illegittimi di questi ultimi. La Lega chiede così al Comune un censimento in città di tutte le strutture extra alberghiere, tra cui i centri di accoglienza per migranti, e di modificare la Tari, elevandola per quelle abitazioni destinate ad accogliere i migranti. Il documento non definisce una percentuale precisa di aumento e spetterà al Comune definirlo”.
“‘Si tratta ancora di un atto generico – spiega l’assessore al Bilancio Silvano Montaldo –. Per mettere in pratica quanto chiede la mozione bisognerà intervenire sul regolamento Tari e capire come cambiarlo”. L’aumento della Tari andrebbe così a incidere in modo più pesante sulle cooperative che affittano gli appartamenti per ospitare i migranti, mettendo in discussione la stessa accoglienza dei residenti asilo, compresi i minorenni del progetto Sprar minori voluto proprio dall’amministrazione Caprioglio. “Bisognerebbe vedere l’atto nel dettaglio – spiega Alessandro Barabino direttore della Caritas – Certo che se si parla di attività cooperativa di solidarietà che non fanno business avrebbe un certo peso”. “Finché non ci sarà un atto amministrativo concreto e i dettagli – dice Giovanni Durante presidente della cooperativa Arcimedia – non commentiamo”. “E’ un modo di strumentalizzare e incutere paura a chi mette a disposizione dell’accoglienza una proprietà – dice Alessio Artico, presidente di Arci – citando addirittura il penale. Sarebbe opportuno che i consiglieri si occupassero dei reali problemi e della città invece di fare queste uscite strumentali””.