ROMA – Patente anziani. Presto rinnovo annuale: nel 2024 il doppio di over 70 (8 mln). Ma chi ti ha dato la patente? Premesso che vada sempre concesso un supplemento di urbanità con le persone anziane, il problema del condurre un’automobile dopo una certa età sta tutto in quel quesito: chi autorizza i permessi e rilascia l’attestato di abilità, per quanto tempo, e a quali condizioni medico-sanitarie. Oggi fino a 50 anni il rinnovo è decennale, oltre i 70 è triennale, dopo gli 80 (a meno che non si constatino malattie ostative particolari come successe a Margherita Hack)) biennale. Angelo Gianmatteo, l’anziano di 85 anni che ha sfondato la vetrina di una banca travolgendo e uccidendo con il suo Suv una persona in fila allo sportello, aveva fatto l’ultimo controllo al massimo due anni fa. E’ lecito presumere (è la normativa vigente) che abbia passato solo una semplice visita oculistica.
Il suo non è un caso isolato, tanto è vero che i decessi per incidenti stradali sono calati per tutte le fasce di età nel 2012 tranne per chi ha 80-84 anni, (+14 per cento rispetto al 2011), e per chi ne ha tra gli 85 e gli 89 (25%). E l’innalzamento dell’età media giustamente rischia di diventare, in materia di sicurezza stradale, una vera e propria emergenza, visto che fra 10 anni gli over 70 saranno diventati il doppio rispetto ai 4 milioni attuali. Quali misure intraprendere, dunque? Nell’ambito della razionalizzazione del codice della strada, verrà proposta di inserire per gli anziani di ottant’anni il rinnovo a scadenza annuale.
Ma è sulla commissione che decide il permesso che si dovrà intervenire in profondità. Non basterà, appunto, constatare che la vista è ancora buona. In effetti, l’obbligo di una visita di fronte a una commissione medica locale è stato eliminato del Governo Monti, per cui, per passare la prova, oltre agli esami oculistici oggi basta un’autocertificazione rispetto ad eventuali e supplementari acciacchi dell’età che rendano inabili o parzialmente inabili alla guida.
«Servono esami più specifici», sostengono da tempo alla società italiana di Geriatria. Con neurologi specializzati, per esempio, visto che su quattro milioni di anziani alla guida la metà ha qualche problema fisco o di prontezza di riflessi. E, soprattutto, la stragrande maggioranza assume medicine. Eppure una legge, la 120 del 2010, prevede l’obbligo di inserire un pittogramma sui prodotti farmaceutici che indichi in modo visibile la pericolosità per la guida. «Sono trascorsi quattro anni — si chiede Biserni dell’Asaps — i decreti attuativi non sono stati emanati». Perché? (Fabio Tonacci, La Repubblica)
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