L’ipotesi dei magistrati: “Fu lo Stato a cercare il patto con la mafia”

PALERMO – Fu lo Stato a cercare i boss per scendere a patti con la Mafia. La nuova pista che stanno seguendo i magistrati di Palermo punta dritto a questa ipotesi. Dopo la stagione delle stragi, siamo nel 1992, alcuni politici di spicco avviarono, attraverso uomini di fiducia dei reparti investigativi, una trattativa con i boss per paura di essere uccisi a loro volta. Nella lista dei magistrati spuntano nomi eccellenti, tra cui quello di Giulio Andreotti.

La svolta avvenne con l’omicidio dell’eurodeputato siciliano Salvo Lima, uomo vicino a Giulio Andreotti, e con la strage in cui morì il magistrato Giovanni Falcone. A quel punto, è l’ipotesi dei pm, qualcuno (qualche politico) sentì di essere nel mirino e agganciò quindi i boss per fermare i sicari. I magistrati hanno ricostruito una lista con i nomi dei politici che all’epoca potevano essere considerati “traditori” dai mafiosi, per via di patti non rispettati, e quindi potevano essere nel mirino della mafia.

I nomi sono quelli di Giulio Andreotti, Calogero Mannino, Claudio Martelli, Carlo Vizzini, Salvo Andò, Sebastiano Purpura.

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