Paul McCartney morto in un’Aston Martin? Così diceva la leggenda, ora c’è la smentita

MILANO – Un enigma nato in Inghilterra, diffusosi in tutto il mondo e che ora avrebbe trovato la sua soluzione a Corsico, alle porte di Milano. Si tratta della leggenda metropolitana secondo la quale Paul McCartney, uno dei mitici Beatles, sarebbe morto oltre 40 anni fa in un incidente al volante della sua Aston Martin. Secondo tale tesi complottistica, quindi, colui il quale ha partecipato alla realizzazione dei successivi album dei Fab Four, per poi intraprendere una proficua carriera solista, sarebbe solo un sosia scelto dagli altri membri del gruppo che volevano tenere segreto l’accaduto.

Smentita. E proprio quella macchina, un’Aston Martin DB5 del 1964 color sierra blu con interni in pelle nera, è stata negli ultimi anni nelle mani di Walter Baroni, proprietario della “Baroni Legend”, officina specializzata nel restauro e riparazione di macchine inglesi d’epoca: «Un mio cliente, che voleva un’Aston Martin come quella di James Bond, nel 2002 ha acquistato quella di McCartney per oltre 300mila euro e me l’ha affidata perché la rimettessi a nuovo». E dopo aver lavorato sulla macchina Baroni, in possesso dei documenti comprovanti che si tratta proprio dell’auto incriminata, è sicuro: «Magari è morto da un’altra parte, ma sicuramente non all’interno dell’Aston Martin. È impossibile al 100 per cento».

Come nuova. A convincere Baroni di questo sono le condizioni della vettura: «Il telaio non è intaccato, e volante, cruscotto e parabrezza sono ancora quelli originali di fabbrica». Una situazione non compatibile con un incidente mortale: «Stiamo parlando di una macchina costruita con i materiali degli anni ’60, in uno scontro violento questi elementi sarebbero andati distrutti».

Cimelio. L’Aston Martin, se non si troverà un compratore in Italia, andrà probabilmente all’asta in Inghilterra con un prezzo-base di un milione di euro, a fronte di un valore commerciale di 4-500mila. Una cifra legata proprio alla vicenda di McCartney che, anche se forse falsa, non smette di affascinare i milioni di fans dei baronetti di Liverpool.

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