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Pavia alla “guerra delle slot machine”: proibite vicino a scuole e ospedali

di Emiliano Condò |13 Giugno 2012 13:34

(LaPresse)

PAVIA – Pavia contro le slot machine, contro chi le installa e chi le gestisce in modo leggero chiudendo un occhio mentre giocatori “compulsivi” bruciano stipendi e pensioni. Il Comune lombardo pensa a una vera e propria crociata: tutto nella forma di un’ordinanza ultra restrittiva, di quelle che scateneranno ricorsi e battaglie legali.

Sul Corriere della Sera Claudio Del Frate spiega il provvedimento che dovrebbe essere discusso in settimana dal Comune: “Niente slot machines nel raggio di 500 metri da scuole, ospedali, oratori, collegi universitari; niente slot in prossimità di incroci urbani di grande passaggio; regole edilizie più stringenti da applicare a bar e sale giochi che decidono di imitare Las Vegas (ad esempio gli apparecchi non potranno essere montati in salette riservate); obbligo di installazione di sistemi di videosorveglianza”.

Un giro di vite che, è facile ipotizzare, scatenerà la reazione di chi con le slot machine lavora. E l’unico precedente giuridico italiano non sorride a Pavia: qualche mese fa, Verbania, che aveva provato a percorrere una strada analoga, si è vista dare torto dal tribunale e ha dovuto restiture 1,3 milioni di euro a una società che distribuisce slot.

Nella città lombarda, al di là della battaglia di principio, sono convinti di poterla spuntare anche perché nel frattempo la Corte Costituzionale ha riconosciuto la competenza degli Enti Locali in materia di difesa dei “più deboli” dalla dipendenza da giochi, lotterie e similari.

E a Pavia, numeri alla mano, sembra esserci bisogno della difesa: una slot machine ogni 126 abitanti, record italiano che non è passato inosservato agli occhi del vescovo locale che contro l’invasione delle macchine mangia soldi ha persino organizzato e diretto un corteo. Difficile dire chi la spunterà: le slot machine, in Italia, muovono solo per chi le distribuisce e le installa un giro di affari da 76 miliardi di euro.

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