Pedone incauto provocò incidente mortale: un anno e 150mila euro di indennizzo. Cassazione

Pedone incauto provocò incidente mortale: un anno e 150mila euro di indennizzo. Cassazione
Pedone incauto provocò incidente mortale: un anno e 150mila euro di indennizzo. Cassazione

ROMA – Pedone incauto provocò incidente mortale: un anno e 150mila euro di indennizzo. Cassazione. Linea dura dei giudici della Corte di Cassazione contro gli attraversamenti incauti e precipitosi che provocano vittime e pericolo per la circolazione e la pubblica incolumità. Un pedone è stato infatti condannato per aver attraversato la strada con il rosso passando dietro l’autobus dal quale era appena sceso e aver così provocato la morte di un povero e ignaro motociclista proveniente dal senso opposto contro il quale era finito sbalzandolo di sella e facendolo finire, al termine della carambola, contro un palo della segnaletica stradale.

Nei confronti del pedone, Massimiliano Lepratti di 51 anni, la Suprema Corte ha reso definitiva la condanna a un anno di reclusione, pena sospesa dalla condizionale, per concorso colposo in misura del 75% nella morte del centauro Salvatore Zammataro che guidava una Yamaha lungo la carreggiata centrale di Viale Misurata, a Milano. La vittima vide spuntare all’improvviso il pedone mentre attraversava col rosso e fino a un istante prima era coperto dalla sagoma del bus 91 dal quale era sceso senza fermarsi ad attendere il verde pedonale come avevano fatto le altre persone.

Il pedone deve risarcire i familiari del centauro con 150mila euro di indennizzo, così come stabilito dalla Corte di Appello di Milano il 26 febbraio del 2015. Il motociclista morì poco dopo essere stato trasportato in ospedale per le gravissime lesioni alla testa e al torace riportate nell’impatto prima contro la delimitazione metallica della corsia preferenziale e poi contro il palo della segnaletica verticale.

Ad avviso della Cassazione – sentenza 32095 – “tenuto conto dell’assenza di tracce di frenata, della presenza di almeno un mezzo di grosse dimensioni che occultava la visibilità dei pedoni e della rapidità con cui è avvenuto l’investimento del Lepratti, correttamente i giudici di merito, hanno concluso che lo Zammataro si trovasse a così breve distanza dall’attraversamento pedonale, da non poter utilmente arrestare il proprio veicolo in condizioni di sufficiente sicurezza anche volendo ipotizzare che il semaforo proiettasse per i veicoli luce gialla e non verde”.

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