Penati, ricorso contro prescrizione destinato al ko: “Solo mossa mediatica”

Penati, ricorso contro prescrizione destinato al ko: "Solo mossa mediatica"
Filippo Penati (Foto Lapresse)

MILANO –  Prescrizione per Filippo Penati, la procedura dei giudici di Milano “è corretta”. Per la Corte di Cassazione “non ci sono i margini” per ordinare nuove valutazioni. Lo sottolinea Liana Milella su Repubblica, che prevede una bocciatura del ricorso dell‘ex presidente della Provincia di Milano contro la prescrizione, “mossa esclusivamente mediatica”, secondo alcune fonti della cronista.

Scrive Milella su Repubblica:

Non sono chiacchiere da bar quelle di piazza Cavour. Ma valutazioni di giuristi che stroncano l’annunciato passo di Penati. Al quale non danno possibilità di successo. Per come l’ha raccontata nelle interviste, l’imputato Penati — ora semplice insegnante — vorrebbe rivolgersi alla Suprema corte per rivendicare il diritto di essere processato. I giudici di Monza, contro la sua volontà (questa è la tesi di Penati), avrebbero dichiarato prescritto il reato per cui invece lui intende essere processato. E ovviamente assolto.

L’esito non può che essere negativo. Per una semplice ragione, come spiegano in via informale i supremi giudici. La Cassazione è un giudice di legittimità. Valuta se nelle fasi del processo si sono verificati vizi formali. Ma a Monza quali sarebbero stati commessi nel processo al “sistema Sesto”? La procedura ha rispettato le regole. Era noto da tempo che la prescrizione era in procinto di scadere, dopo la “cura” Severino alla concussione distinta in due reati con il tempo dell’azione penale accorciato di 5 anni per l’induzione. Già il 4 marzo erano cadute le concussioni di tre coimputati. L’udienza di maggio per Penati era nota e lui aveva dichiarato ovunque la rinuncia alla prescrizione. Ma all’udienza non c’era. Né aveva affidato al suo avvocato una procura speciale. Di più. I giudici hanno chiesto all’avvocato di contattare il cliente per conoscerne le intenzioni. Ma lui non è riuscito a trovare Penati. Giusto quella mattina. A questo punto il tribunale ha dichiarato prescritto il reato. (…)

Penati potrebbe anche sostenere che la prescrizione non poteva essere ammessa per l’evidente innocenza della sua posizione processuale, regola che deriva da una sentenza della Consulta (la 300 del 1991). Ma anche questo argomentare è debole perché dal processo si evince semmai la potenziale colpevolezza di Penati, e non l’opposto. A questo punto resta di nuovo la sua operazione mediatica di annunciare l’esatto opposto di quello che poi ha fatto.

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