Pensioni, cuneo fiscale, flat tax: chi ci guadagna e chi ci rimette. Autonomi, dipendenti…

Manca poco all’approvazione definitiva della manovra da parte del Senato. L’approvazione entro capodanno eviterà così il famigerato esercizio provvisorio di bilancio. Ma quali sono le misure approvate? Dal taglio del cuneo fiscale alle pensioni, dalla flat tax alle misure per la famiglia, è possibile iniziare a capire chi ci guadagna e chi ci perde.

Cuneo fiscale, fino a 25mila euro di reddito, taglio del 3%

Il tetto retributivo per poter beneficiare del taglio del 3% del cuneo contributivo cresce con la manovra. L’operazione è tutta a vantaggio dei lavoratori e passa da 20 a 25mila euro. Confermato anche il taglio del 2% per le retribuzioni fino a 35mila euro. Il testo della manovra prevede che per il 2023 passi al 3% (un punto in più) il taglio della quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti pubblici e privati. La norma esclude i lavoratori domestici e vale per chi ha una retribuzione imponibile mensile fino a 1.923 euro. Più alta dunque di quanto previsto in origine per i lavoratori dipendenti che prevedeva una soglia di 1.538 euro. Il taglio sarà del 2% per le retribuzione imponibili che arrivano ad un importo mensile massimo di 2.692 euro. La norma era già prevista per il 2022. 

Quanto si risparmia con il taglio del cuneo fiscale

Con il taglio del cuneo fiscale, il risparmio mensile sarà di 41,15 euro. Quota che sale a 493,85 euro annualmente per il taglio contributivo del 3% che riguarda le retribuzioni lorde di 25mila euro. Per la fascia di retribuzioni di 22.500 euro il vantaggio mensile sarà di 37 euro, quello annuale di 444,46 euro.

L’aumento delle pensioni minime

Aumentano anche le pensioni minime che passano dagli attuali 525,38 euro a 600 euro. La norma varrà per tutto il 2023 ma solo per gli “over 75”. Tutte le altre pensioni, il prossimo anno lieviteranno a circa 570 euro grazie ad una rivalutazione maggiorata.

Rafforzamento assegno unico per i nuclei numerosi

Sul fronte famiglia, la manovra prevede il rafforzamento dell’assegno unico per i nuclei numerosi. Aumentano anche i congedi parentali. Aumenta da 7 a 9 milioni l’incremento dello stanziamento a favore dell’assegno unico e universale per i figli a carico previsto per il 2023. Dal 1 gennaio, la maggiorazione già prevista per i nuclei familiari con 4 o più figli pari a 100 euro mensili per nucleo sarà incrementata del 50% per cento, quindi a 150 euro. È poi esteso a entrambi i genitori, in via alternativa, l’incremento dal 30 all’80% dell’indennità per congedo parentale, nel limite massimo di un mese e da usufruire entro il sesto anno di vita del figlio.

Flat tax al 15% 

Prevista per il solo 2023 una flat tax incrementale. Si tratta di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali con aliquota proporzionale del 15 per cento. Varrà sui redditi di impresa e di lavoro autonomo incrementali rispetto a quelli conseguiti nel triennio precedente. Ne potranno beneficiare imprenditori e professionisti che nel 2023 conseguiranno un reddito di impresa o di lavoro autonomo. Questo reddito dovrà però essere superiore al reddito della stessa natura realizzato sia nel 2020, che nel 2021, che nel 2022.

Regime formettario cosa accade con l’aliquota agevolata

L’’Osservatorio sui conti pubblici dell’università Cattolica di Milano fa notare che “il regime forfettario, con la sua aliquota agevolata al 15%, offre un chiaro vantaggio sul lato dell’imposta sui redditi“. L’Osservatorio spiega che “un elettricista forfettario pagherebbe oltre 6.500 euro di imposte in meno rispetto ad un elettricista identico assunto da un’impresa, con un reddito al netto di tutte le imposte e i contributi maggiore di quasi 10.000 euro per l’elettricista forfettario rispetto all’elettricista dipendente. Un consulente informatico forfettario risparmierebbe oltre 3.600 euro di imposte rispetto al suo clone assunto nell’impresa, conseguendo un reddito al netto di tutte le imposte e contributi di circa 5.500 euro maggiore“.

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