Pescara, Gianfranco Di Zio si dà fuoco in auto con la figlia di 5 anni (foto e video)

Un frame dal video del Centro
Un frame dal video del Centro

PESCARA – Si è chiuso in auto, una Peugeot 206 blu, con la figlia di 5 anni e si è dato fuoco, mentre la compagna, madre della bimba, cercava di strappare la figlia dalla stretta del padre. Gianfranco Di Zio (48 anni), e la figlia, Neyda, sono morti carbonizzati. La madre, Ena Pietrangelo (44), è riuscita a salvarsi e ora è ricoverata nel Centro grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma con ustioni su mani, gambe e volto. Tutto è successo domenica 27 aprile, intorno alle 18, in via Lago di Chiusi, nel quartiere popolare di Rancitelli a Pescara.

“Quando siamo arrivati ci siamo trovati davanti due figure sul sedile posteriore dell’automobile. I due corpi, uno più grande di una persona adulta e l’altro più piccolo di un bambino o di una bambina, erano interamente carbonizzati” ha raccontato un soccorritore. A lanciare l’allarme è stata una coppia che stava camminando lungo via Lago di Chiusi. La coppia si è trovata davanti la donna, come racconta il Centro, che “stava scappando con il fuoco tra i capelli e i vestiti in fiamme”.

Quando sono arrivati i vigili del fuoco era già troppo tardi: dentro l’auto i due cadaveri carbonizzati. Una scena terribile: il padre, sul sedile posteriore, con la bambina in braccio.

La coppia era residente a Cepagatti, un comune dell’entroterra pescarese, vivevano insieme con Neyda e le altre tre figlie della donna, nate da un precedente matrimonio. Gianfranco Di Zio, dopo la nascita di Neyda, era diventato particolarmente violento e possessivo nei confronti della piccola al punto che non voleva che la bambina vivesse in casa con le sue sorellastre, rendendo così impossibile la convivenza. Proprio per questo la donna aveva già denunciato il convivente nel 2013 per maltrattamenti. A ottobre Gianfranco Di Zio era stato condannato dal tribunale ad un anno di reclusione per maltrattamenti.
La ricostruzione del Centro:

Secondo la ricostruzione della squadra mobile, guidata dal capo Pierfrancesco Muriana, verso le 16 Pietrangelo ha portato la figlia a casa della nonna, la madre di Di Zio, in via Moro per una visita. Ascoltata dalla polizia, la nonna ha raccontato che all’incontro non c’era il figlio e di aver visto solo la nipote e la madre. Poi, però, c’è stato l’incontro tra Ena e Gianfranco fino alla strada della tragedia, tra i ruderi dell’ex conceria Cogolo, l’ex olearia Scibilia e i camion dei rifiuti dell’Attiva, ma non si sa ancora dove i due si siano visti, come e perché: lui potrebbe averla aspettata in via Moro; potrebbe averla seguita – lei agli assistenti sociali di Cepagatti che la seguivano ha raccontato più volte di essere stata pedinata; oppure la coppia potrebbe essersi data un appuntamento visto che, secondo i racconti dei parenti, Ena permetteva al padre di vedere la figlia anche al di fuori dei limiti imposti dal tribunale.

Video del Centro (questo il link originale):

Le foto:

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