Pescara, saluta il fidanzato con bacio gay: inseguito e insultato. Ma "non è reato"? Pescara, saluta il fidanzato con bacio gay: inseguito e insultato. Ma "non è reato"?

Pescara, saluta il fidanzato con bacio gay: inseguito e insultato. Ma “non è reato”?

Pescara, saluta il fidanzato con bacio gay: inseguito e insultato. Ma "non è reato"?
Pescara, saluta il fidanzato con bacio gay: inseguito e insultato. Ma “non è reato”?

PESCARA – Ha salutato il fidanzato con un bacio e poi ha iniziato a pedalare più veloce che poteva. E’ l’inquietante assalto omofobo vissuto da un giovane pescarese, offeso, minacciato e inseguito mentre tornava a casa in sella alla sua bici. Due individui a bordo di un’auto hanno cominciato a tampinarlo dopo aver assistito al bacio gay. L’episodio è avvenuto giovedì 18 maggio, intorno alle 22. A denunciare l’accaduto è l’Arcigay di Chieti, dove tra l’altro il giovane presta servizio come volontario.

I due uomini, riporta l’associazione, hanno accostato l’auto e hanno cominciato a urlare insulti all’indirizzo del giovane dopo aver visto il tenero saluto tra i due ragazzi. Non paghi lo hanno poi inseguito sul lungomare, superandolo più volte e fermandosi ad aspettarlo. Il giovane terrorizzato ha evitato di tornare a casa per non svelare il proprio indirizzo ai mal intenzionati. Fortuna che in quel momento è passata una pattuglia delle forze dell’ordine che ha messo in fuga i due uomini.

Ma non è finita lì, il ragazzo ha poi provato a sporgere denuncia ma senza successo. “Si è recato sia in Questura che dai Carabinieri – scrive l’Arcigay – ma in entrambi i casi gli è stato risposto che a parer loro non si configurava alcun reato e perciò non potevano fare nulla”.

L’associazione ha quindi chiesto parere legale all’avvocato Andrea Cerrone, dottore di ricerca in tutela dei diritti fondamentali all’Università di Teramo. A suo avviso, il giovane “ha subito una vera e propria violenza privata“. Un reato che in teoria sarebbe “procedibile d’ufficio. Se è vero che l’ingiuria è stata depenalizzata – aggiunge l’avvocato – il fatto stesso che il giovane non sia potuto rincasare, a causa delle condotte minatorie dei balordi, configura un caso di scuola di violenza privata e non è escluso che si possano ravvisare anche altri reati. Una denuncia del genere andava raccolta senza se e senza ma”.

Arcigay intanto chiede che “analogamente a quanto ha fatto la Regione Umbria, anche l’Abruzzo si doti di una legge regionale volta al contrasto contro le discriminazioni e le violenze di genere determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.

 

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