Pesto al botulino, può uccidere. A Genova 20 ricoverati: sospetta intossicazione

Il pesto Bruzzone e Ferrari
Il pesto Bruzzone e Ferrari

GENOVA – Pesto al “botulino” venduto in alcuni supermercati del Piemonte e della Liguria. Un pesto che può essere mortale.  Credevano di averne fatto le spese, per fortuna in modo non  grave, due coniugi di Sarzana (La Spezia).

A Genova sono state ricoverate 20 persone in 3 ospedali diversi: sospetta intossicazione. Tutte avevano mangiato il “Pesto di Prà”.

In un primo momento si credeva che i due di Sarzana avessero riportato, come scrive il Secolo XIX, un lieve avvelenamento ma sono escluse complicazioni più gravi a livello neurologico. Successivi controlli in ospedale hanno però escluso la presenza di botulino.

Al di là del caso specifico resta l’emergenza. Perché il botulino può uccidere. Non a caso è scattato l’allarme in tutta Italia, non solo in Lombardia e Piemonte, nonostante l’azienda che produce il pesto, la Bruzzone e Ferrari, abbia già disposto l’immediato ritiro delle confezioni sospette.

Scrive il Secolo XIX:

“Le loro condizioni sono buone-si sono limitati a dire i sanitari confermando il caso – i sintomi ci sono, ma è presto per dire se si tratti davvero di avvelenamento da botulino. Sono stati trattenuti in attesa di ulteriori analisi. Sono in pericolo di vita? No”. Esiste la possibilità infatti che si sia trattato di autosuggestione. L’uomo non stava già bene prima di aver letto il giornale, ma dava la colpa a quel malessere alla cattiva digestione. Aveva mangiato un primo a base di pesto e quando ha letto la notizia ha sudato freddo. Ha aperto il frigo ed ha visto che i due vasetti erano proprio quelli del “Pesto di Prà” chela ditta Bruzzone e Ferrari aveva già provveduto a ritirare dal commercio. Ha chiamato la moglie e assieme sono andati in ospedale, portando le confezioni, sia quella aperta, usata poco prima a pranzo, che quella ancora sigillata.

A lanciare l’allarme botulino, del resto, è stata la stessa azienda dopo un’operazione di autocontrollo e che sta provvedendo, insieme all’Asl e ai distributori, al ritiro del prodotto dal commercio. E il Ministero della Salute fa sapere che sulle confezioni di pesto sospettate di contenere botulino e ritirate dal commercio ”saranno disposti ulteriori controlli per valutare l’effettivo rischio sanitario”.

”Il pesto, prodotto e confezionato dalla ditta Bruzzone e Ferrari di Genova per conto di alcune grandi catene di distribuzione è transitato in una piattaforma di vendita situata nell’alessandrino e riporta la data di scadenza 9 agosto 2013 ed il numero di lotto 13G03 – conferma una nota del ministero -. La ditta ha immediatamente disposto il ritiro del prodotto in commercio e sono in corso gli accertamenti delle Asl per valutare l’estensione dell’allerta sul territorio regionale ed extra regionale”.

”Poiché la tossina prodotta dal clostridium botulinum è un veleno molto potente che può anche causare la morte di chi lo ingerisce, è opportuno – sottolinea la nota – che i consumatori che hanno acquistato il pesto della ditta Bruzzone e Ferrari non consumino il prodotto e lo restituiscano al punto di acquisto”.

Regione Piemonte e Asl, a loro volta, hanno lanciato l’allerta ai cittadini per verificare se hanno acquistato delle confezioni. Il pesto in questione potrebbe, infatti, anche avere marchi diversi per cui i responsabili dell’Ufficio Prevenzione e Veterinaria della Regione Piemonte invitano gli acquirenti a controllare in particolare il lotto, la scadenza ed il nome del produttore sul retro del vasetto.

Il clostridium botulinum, ha spiegato Gianfranco Corgiat, responsabile del settore Prevenzione della Regione Piemonte ”puo’ presentarsi in conserve e alimenti come il pesto che non possono essere sterilizzati, puo’ anche essere inerme quanto invece produrre una tossina molto potente che puo’ anche causare la morte di chi lo ingerisce. Il fatto che il prodotto abbia scadenza ad agosto potrebbe aggravare la situazione in quanto il microbo, fino ad allora avrebbe parecchio tempo a disposizione e potrebbe produrre la sostanza velenosa”.

La vicenda si è conclusa positivamente, come ha comunicato la società “Il pesto di Prà di Bruzzone e Ferrari”:

“A seguito della non conformità riscontrata in autocontrollo nel mese di luglio 2013, la Bruzzone e Ferrari ha attivato la procedura di richiamo del prodotto dal mercato, a tutela dei propri consumatori. Tutte le successive analisi, tuttavia, hanno escluso la presenza sia di tossine botuliniche sia di clostridi produttori di tossine botuliniche, tanto nei campioni di prodotto analizzati quanto nei campioni biologici delle persone che si sono recate per precauzione al pronto soccorso.

Tutte le analisi successive hanno dato esito regolamentare, come peraltro riportato direttamente sul sito del Ministero della Salute

Gestione cookie