ROMA – “Ti diamo 100 euro di benzina in cambio della costruzione di un pozzo di petrolio”. Questa l’offerta dei petrolieri agli abitanti della Basilicata, che ospita la nuova “Lucania saudita”. Una sorta di bancomat ricaricabile con 100,70 euro da spendere in benzina e gasolio ogni anno. Il bonus spetta a tutti i residenti della regione che possiedono la patente. Un offerta non certo disinteressata: il bonus compensa la presenza nei boschi della Val D’Agri di pozzi e trivelle che estraggono 80 mila barili di petrolio al giorno.
Lo sconto fu stabilito nel 2009 dal decreto sviluppo del governo Berlusconi, che alzava i versamenti della compagnia alla regione per lo sfruttamento delle risorse naturali. Un aumento di 32 milioni di euro l’anno che tornano dunque ai cittadini, che spesso devono fare i conti con i rischi di danni all’ambiente, come quello provocato dalla rottura di un oleodotto la scorsa settimana. Le royalities, le tasse che le compagnie pagano alla regione, sono comunque le più basse al mondo, se si pensa che in Norvegia costano alle compagnie petrolifere l’80% delle risorse sfruttate, mentre il italia la percentuale è di appena il 10 per cento. Ma a Natale delle 270 mila persone aventi diritto la tessera, solo 22 mila l’hanno ricevuta.
Vito De Filippo, governatore della regione del Pd, ha dichiarato di non aver chiesto la card perché “non si tiene conto delle differenze di reddito e si taglia fuori chi non ha la patente. Così disperdiamo dei soldi che potremmo usare per fare investimenti, creare infrastrutture e lavoro”. Un comitato nato a Potenza propone infatti di usare quei soldi per progetti di solidarietà.
Guido Viceconte, coordinatore del Pdl Basilicata ed ex sottosegretario alle Infrastrutture, ha detto: “Abbiamo riportato nelle tasche dei cittadini soldi che appartengono ai lucani e che prima si perdevano nei meandri delle amministrazioni. È un principio rivoluzionario”. Viceconte bolla le parole di De Filippo come “una polemica stupida. Il petrolio si estrae in Basilicata e i vantaggi vanno a chi vive qui: povero, ricco, di sinistra o di destra non fa differenza”.