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Carabinieri di Piacenza, dal pusher arrestato per i “prezzi troppo bassi” alla grigliata in pieno lockdown

L’appuntato ritenuto il leader dei carabinieri arrestati a Piacenza, fece arrestare dei pusher che vendevano la droga a prezzi troppo bassi.

Anche questo è emerso dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta sui carabinieri in merito all’appuntato considerato a capo dei militari dell’Arma nella caserma di Piacenza.

All’appuntato sono stati contestati diversi reati ma per ora il suo legale parla di “sbagli, errori compiuti per ingenuità o vanità”. Il carabiniere è accusato di aver commesso pestaggi, estorsioni, spaccio e anche di tortura. Le intercettazioni risalgono al 9 marzo e il militare parlerebbe con il fornitore di droga lamentandosi dello spaccio su Roma che sarebbe avvenuto con prezzi troppo bassi.

Dalle registrazioni l’appuntato sembra infastidito perché l’abbassamento del prezzo sulla piazza ha comportato una diminuzione del guadagno anche per lui. Così avrebbe avuto quindi il progetto di arrestare questo pusher in modo da riprendere in mano il giro di affari. Nelle telefonate chiarisce anche che il fornitore si sarebbe arricchito grazie al suo spaccio: “Lui ha quintuplicato i guadagni perché io ho due-tre contatti che mi chiedono l’impossibile”, spiega aggiungendo però che spesso è stato costretto anche a mettere dei freni. 

La grigliata durante il lockdown

Inoltre il carabiniere, in pieno lockdown, organizzò una grigliata a casa sua, a Gragnano Trebbiense, un paesino a pochi chilometri da Piacenza, una festa di Pasqua con numerosi invitati.

Una festa, come riporta il Corriere della Sera, che però viene notata e segnalata da una vicina di casa. Nella telefonata fatta dalla signora al 112, lei chiede che la segnalazione resti anonima. E qui, come si legge nelle trascrizioni della registrazione della chiamata, scatta la compiacenza del collega del militare.

Il carabiniere che riceve la segnalazione chiama immediatamente l’appuntato: “La pattuglia te l’ho mandata io perché non sapevo che era casa tua”. Spiega che la signora non ha voluto identificarsi perché sapeva che quella villa era di un carabiniere. Poi rassicura il collega: “Ho mandato la segnalazione al militare deputato al controllo ma gli ho detto: “Guarda, se possiamo fare a meno, io non ho scritto niente da nessuna parte, non ho detto un ca**o a nessuno”.

L’appuntato allora lo ringrazia ma insiste per capire chi è la vicina che si è permessa di segnalare la festa nella sua villa. “Voglio sentire la voce, voglio capire un attimo se è la mia vicina, giusto lo sfizio che mi volevo togliere ( …) riesci a girarmi il numero?”. Richiesta soddisfatta: “Te la faccio sentire abusivamente non ti preoccupare”. (fonte CORRIERE DELLA SERA, LEGGO)

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