Piacenza, maestra minacciava un’alunna che aveva lasciato la scuola: aveva paura che chiudessero l’istituto

Pubblicato il 8 Luglio 2010 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

Una maestra di una scuola elementare di Piacenza ha patteggiato nei giorni scorsi una pena di due mesi per aver minacciato ripetutamente con telefonate e lettere la famiglia di un’ex allieva che si era trasferita in un altro plesso scolastico. Ad animare la donna era il timore che, perdendo allievi, la scuola sarebbe stata chiusa e lei avrebbe perso il posto o sarebbe stata trasferita.

La vicenda è iniziata alla fine dell’ottobre 2009, quando nella scuola dove la bimba, otto anni, si era appena trasferita, era arrivata la telefonata di una donna che, spacciandosi per la madre, aveva chiesto di parlare con la “figlia”. La bambina aveva subito capito che non si trattava della mamma e, alla sera, ai genitori aveva raccontato che la donna le aveva detto che ”non doveva più andare nella nuova scuola perché non la volevano”. I genitori avevano segnalato l’episodio alla polizia.

Qualche giorno dopo era arrivata una telefonata a casa: ”Dovete cambiare scuola, altrimenti facciamo del male alla bambina”. Poi, in un’altra chiamata, addirittura la minaccia di rapire la piccola, ribadita in una lettera: ”Rapiremo vostra figlia se non cambiate scuola entro tre giorni”.

La squadra mobile aveva iniziato ad analizzare i tabulati telefonici. Poiché le telefonate erano partite da cabine pubbliche, tutte in un’area concentrata, erano iniziati degli appostamenti. Intuendo che si trattasse di una persona che conosceva bene la famiglia della bambina (da quel momento seguita a vista da genitori e docenti) la squadra mobile aveva anche elaborato un album con le foto dei conoscenti. L’album era stato mostrato alla barista di un locale dal cui telefono era partita una delle chiamate, che aveva infine riconosciuto la maestra.

La donna è stata perquisita a gennaio. Ha prima negato ogni addebito, ma quando i poliziotti hanno trovato una nuova lettera minatoria, pronta per essere spedita alla famiglia di un altro alunno che aveva da poco lasciato la scuola, ha ammesso tutto. L’ha fatto, ha spiegato, perché temeva che perdendo allievi la scuola venisse chiusa o lei potesse essere trasferita in un altro istituto. La donna, stimatissima da colleghi e genitori, non aveva dato mai segni di squilibrio, ma ultimamente assumeva ansiolitici. Subito dopo la denuncia era stata sospesa in via cautelativa dall’insegnamento.