“Picchiò e violentò la fidanzata incinta”: a processo

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Maggio 2016 - 15:21 OLTRE 6 MESI FA
"Picchiò e violentò la fidanzata incinta": a processo

“Picchiò e violentò la fidanzata incinta”: a processo

LA SPEZIA – nei confronti della compagna. Secondo l’accusa, durante la gravidanza le avrebbe anche impedito di prendere le medicine che le aveva prescritto il medico per tentare di evitare l’aborto, che invece poi si è verificato. E per il quale Masetti, sempre stando all’ipotesi accusatoria, si sarebbe rallegrato.

“Se esci da qui ti ammazzo, hai rovinato mia figlia”, gli ha gridato nell’aula del tribunale de La Spezia in cui si tiene il processo la madre della sua fidanzata, ora ex, dopo anni di presunti soprusi subiti. Abusi tra cui ci sarebbe anche stata l’imposizione di iniezioni di testosterone per gonfiare i muscoli, secondo quanto ha raccontato la madre della ragazza ai giudici.

Scrive Il Secolo XIX:

“Masetti è fissato con i muscoli e la palestra. Ha costretto mia figlia a farsi delle iniezioni di testosterone. Si riforniva in una farmacia a Massa, dove gli danno tutto senza ricetta”.

Le carte delle indagini sono piene di particolari crudi, quasi irripetibili. Il sostituto procuratore Federica Mariucci, vista la gravità degli indizi raccolti dagli investigatori della polizia, aveva chiesto il giudizio immediato per Masetti. L’indagine si è chiusa pochi mesi fa. Alcuni fatti contestati risalgono all’estate 2015.

Il ventinovenne deve rispondere di maltrattamenti, stalking e violenza sessuale. Avrebbe picchiato la ragazza mentre era incinta. A seguito di una minaccia di aborto, il medico le aveva consigliato di stare a riposo e di non avere rapporti sessuali. Invece Masetti, sempre secondo l’accusa, l’avrebbe «posseduta con violenza» impedendole di «assumere le medicine prescritte dal ginecologo».

Il pm Mariucci sostiene anche che l’ex fidanzato si sarebbe «rallegrato per la perdita del bambino». La ragazza, assistita dagli avvocati Andrea Giorgi e Valentina Sciaccaluga, era distrutta. Avrebbe deciso allora di chiudere la relazione con Masetti che però non l’avrebbe presa bene.

Gli investigatori ritengono che l’avrebbe perseguitata arrivando a telefonarle «almeno cinquanta volte al giorno». «Ti ammazzo, ti taglio la gola», sono le parole attribuite a Masetti che avrebbe esteso le minacce anche alla madre e al fratello della vittima.

L’uomo, che teneva un coltello nel sedile dell’auto, avrebbe stuprato la ragazza «strappandole i vestiti di dosso e colpendola con schiaffi e spintoni. I fatti sarebbero avvenuti dal 2013 al 2015. Durante la prossima udienza, fissata per il 20 maggio, sarà ascoltata la vittima. Visto la particolare delicatezza del caso, la deposizione della giovane si terrà a porte chiuse.