La guerra dei piccioni: in migliaia vengono dalla città a mangiare. Contadini disperati

Pubblicato il 6 Gennaio 2013 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’è una guerra in corso. Un conflitto che parte dal Piemonte e si sposta in tutta la Pianura Padana, per evitare che molte aziende agricole non cadano in malora e non perdano raccolti e bestiame. Non si tratta di siccità o cambiamenti climatici, ma dei piccioni. Può sembrare surreale, ma non lo è. Repubblica riporta il caso di Sergio Ardiani, dirigente di un’azienda che ha 500 vacche in mungitura e altri 700 capi nelle stalle aperte. Con un tubo picchia su un altro tubo e il rumore è più forte di uno sparo. Cinquemila piccioni si alzano in volo, fanno un breve giro e tornano subito a becchettare nelle mangiatoie o a riposarsi sul tetti. “Ormai comandano loro – dice Ardiani – e noi non sappiamo più dove sbattere la testa”.

Altre decine di migliaia di piccioni coprono i tetti delle cascine e cercano di infilarsi in silos e stalle nella strada che da Alessandria porta a Ovada. “Noi siamo convinti – racconta a Repubblica Claudio Monferino, che guida la grande cascina Vittoria a Retorto di Predosa – che dietro questa invasione ci sia qualcosa di strano. Da tre o quattro anni i piccioni arrivano in campagna dopo la metà di ottobre, quando nei campi non trovano più nulla da mangiare. Perchè vengono qui? Noi pensiamo che qualche ditta che li cattura nelle città, invece di eliminarli, li liberi nei nostri cieli. Non è un caso che la concentrazione più alta sia attorno all’autostra”.

C’è chi racconta di camion che si fermano in autostrada o sulla provinciale ed aprono le gabbie. Altri parlano di Tir arrivati dalla Francia. «Noi sappiamo soltanto – dice Claudio Monferino – che questi non sono i piccioni stanziali che dormono nelle nostre città e vengono a mangiare in campagna. Non è possibile una proliferazione così alta in inverno. Vuol dire che questi animali arrivano o sono portati qui da lontano. Noi allevatori non possiamo continuare a subire danni”.

“Noi siamo riusciti – racconta sempre Ardiani della Pederbona – a fare una stima dei danni. Un piccione mangia 70 grammi di mangime al giorno. Calcolando anche soltanto 50 grammi, 5.000 piccioni mi rubano 250 chili di mais o soia al giorno, 75 quintali al mese. Il danno equivale allo stipendio di due operai della stalla”.