Piemonte, la parentopoli di Cota: la rete di consulenze a “figli e mogli di”

Roberto Cota

Mogli, nipoti e amici di amici, con sostanziosi contratti di consulenza alla regione Piemonte: è il ritratto della cosiddetta “parentopoli” dell’amministrazione Cota, così come spiegato dal Riformista.

Avranno probabilmente tutti acquisito competenze e fatto la gavetta, tuttavia stupisce la quantità di “figli di” che ruota intorno all’amministrazione Cota. Il capogruppo della Lega Mario Carossa lavora a pochi passi dalla figlia Michela, che di mestiere è addetto all’ufficio comunicazione del presidente.

Altro esempio: Paola Ambrogio lavora alla segreteria dell’assessore ai trasporti William Casoni, ed è anche la moglie dell’assessore all’ambiente Roberto Ravello.

Poi ci sono i consiglieri Pdl Francesco Toselli e Rosanna Costa. La sorella di lui, Maria Cristina, è a capo di un ufficio che gestisce i rapporti col cittadino. La figlia di Costa, invece, è assistente della mamma.

Nel gruppo Pdl lavora Giovanna Armosino, sorella della presidente della provincia di Asti Maria Teresa, che a sua volta è anche deputato. Nel gruppo Verdi-verdi per Cota  l’unico esponente è Maurizio Lupi, omonimo del vice presidente della Camera con cui però non ha alcun legame. Lupi nel partito ha però portato la moglie, la figlia e i due fratelli. Gestione familiare.

La situazione non migliora ai piani alti. Nell’ufficio di Roberto Cota, come responsabile comunicazione, lavora Giuseppe Cortese. Sempre alla comunicazione, ma stavolta dell’assessore allo sviluppo economico Massimo Giordano, lavora Isabella Arnoldi. Il dettaglio: Cortese e Arnoldi sono marito e moglie.

Dallo staff di Roberto Cota arriva la difesa: nessun familismo, solo gente che lavora. Intanto il Pd in consiglio regionale promette battaglia: ha presentato la lista con i nomi “incriminati” e fa una proposta di legge per impedire l’assunzione di parenti fino al secondo grado.

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