Pietro Barbini, il padre: “Boettcher incitava Martina Levato a lanciare l’acido su mio figlio”

Alexander Boettcher e Martina Levato (foto Ansa)
Alexander Boettcher e Martina Levato (foto Ansa)

ROMA – “Mi trovavo a circa 8-10 metri di distanza – ha raccontato agli inquirenti il padre di Pietro Barbini, il ragazzo sfigurato con l’acido a Milano da Martina Levato e dal suo amante, Alexander Boettcher – e ho potuto osservare la reazione immediata di Pietro che ha iniziato a togliersi i vestiti di dosso e, vedendomi arrivare, è corso nella mia direzione urlandomi “papà scappa, papà scappa”. Sono passate poche ore dall’aggressione quando il padre di Pietro Barbini firma il suo verbale nelle stanze dell’Ufficio prevenzione generale della questura: “Pietro ha cominciato a scappare anche lui, mi ha superato senza fermarsi e ho avuto la chiara sensazione che fosse in preda al terrore e al panico. Ho distintamente visto che l’uomo con il cappuccio grigio stringeva un martello in mano e stava rincorrendo mio figlio”.

L’8 gennaio dall’avvocato Paolo Tosoni, il padre di Pietro ha aggiunto alcuni particolari alla sua testimonianza dei primi momenti dell’aggressione, come riferisce il Corriere della Sera: Alexander e Martina attraversavano la strada, la ragazza reggeva con cautela i recipienti, probabilmente indossava dei guanti; Boettcher l’ha spinta e incitata nel momento in cui lei ha scagliato l’acido.

“Mio figlio è sceso dalla macchina per andare a controllare sul citofono, mentre io ho fermato l’autovettura qualche metro più avanti. Sono sceso e, poco prima di raggiungere Pietro, ho visto due persone, un uomo e una donna, che gli si stavano avvicinando da dietro” racconta il padre di Pietro, “quest’ultima aveva in mano due recipienti, contenenti un liquido che la stessa ha lanciato in faccia a mio figlio”.

“Ho quindi iniziato a rincorrere la persona che lo stava aggredendo – continua a raccontare – e ho cercato di attirare l’attenzione dei presenti urlando a squarciagola di chiamare la polizia. L’inseguimento è durato circa 20-25 secondi e si è concluso nei pressi del civico 29 della stessa via (la distanza è di circa 140-150 metri, ndr ), in quanto mio figlio si è fermato e voltandosi è riuscito a buttare a terra l’aggressore. Con il mio aiuto e quello di un passante siamo riusciti a disarmare l’uomo e a bloccarlo”.

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