ROMA – Pietro Ciucci ha lasciato la presidenza dell’Anas dopo un braccio di ferro con il ministro Graziano Derlio e con il premier Matteo Renzi. Nessun nome per la successione è stato ancora indicato, ma in pole position nel totonomine ci sarebbe quello di Andrea Guerra, ex di Luxottica, seguito da Erasmo De Angelis, un nome vicinissimo a Renzi.
Alberto D’Argenio su Repubblica scrive che dopo la resa del supermanager, che nonostante i crolli di Anas aveva detto che non avrebbe rassegnato le dimissioni e che sarebbe arrivato a fine mandato nel 2016 alla fine ha dovuto cedere alle pressioni politiche:
” Cambiare dopo che Ciucci è stato presidente dell’Anas dal 2006 divenendone anche amministratore delegato nel 2013 dopo le esperienze all’Iri (1987-2000) e in era berlusconiana la guida della Società Stretto di Messina. Ora a Palazzo Chigi, così come al Tesoro e ai Trasporti, si programma il futuro. Le dimissioni di Ciucci diventeranno effettive tra un mese, il 15 maggio, con l’approvazione del bilancio. Proprio quel giorno il governo nominerà il nuovo presidente. I nomi che girano sono quelli di Andrea Guerra, nome che dal suo addio a Luxottica viene speso per ogni poltrona vacante, e di Erasmo De Angelis, vicinissimo a Renzi, già capo dell’unità per il dissesto idrogeologico di Palazzo Chigi e passato al ministero di Porta Pia con il trasloco di Delrio. Dovranno essere sostituiti anche gli altri due consiglieri che negli ultimi mesi hanno lasciato trasformando Ciucci in un uomo solo al comando.
Ma la partita sull’Anas è più ampia, comprende anche un problema di governance che si intreccia con la voglia di privatizzazione espressa dal governo Letta e non tramontata con Renzi. Per evitare che in futuro Anas possa tornare ad una gestione fortemente personale, l’esecutivo pensa di sdoppiare l’incarico presidente-amminsitratore delegato e di aumentare il numero dei consiglieri, portandoli da tre a cinque. Se non si esclude che la riforma possa arrivare già per metà maggio con l’insediamento del nuovo Cda, il governo potrebbe invece aspettare qualche mese. Già, perché il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, pur non avendo inserito l’Anas nella lista delle aziende pubbliche da privatizzare subito è intenzionato a procedere nel biennio 2016-2017. E allora, si ragiona tra Chigi e il Tesoro, forse avrebbe più senso aspettare a rivedere la governance, scrivendola in un secondo momento, quando il governo avrà deciso in che modo aprire al mercato Anas e calibrandola meglio alla nuova fisionomia della società”.