Pillola dei cinque giorni dopo, continui rinvii. I Radicali protestano: ‘Bloccata per motivi politici’

ROMA – Il suo nome è ElleOne ed è in grado di evitare una gravidanza fino a cinque giorni dopo un rapporto considerato a rischio. E’ già reperibile in Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. In Italia doveva essere messa in commercio gia alla fine del 2010 ma non è ancora successo niente. L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) nel maggio del 2010 ha interrotto la valutazione sulla pillola dei cinque giorni dopo e ha chiesto un parere del Consiglio Superiore di Sanità che però in otto mesi non è arrivato. Ora i Radicali hanno presentato un’interpellanza parlamentare sostenendo che dietro lo stop alla sperimentazione dell’Aifa ci sono motivazioni politiche.

La Commissione consultiva tecnico-scientifica dell’Aifa ha espresso “preoccupazione riguardo alle eventuali conseguenze di un uso ripetuto”. “Nel maggio 2010, dopo aver sentito il parere di un esperto ginecologo, la Commissione ha infatti ritenuto opportuno sospendere la valutazione e sottoporre al Consiglio superiore di sanità un quesito specifico circa la compatibilità con la normativa vigente in tema di contraccezione e interruzione volontaria di gravidanza”, fa sapere l’Aifa.

Proprio su questo ora i Radicali chiedono spiegazioni al governo. “La pillola dei 5 giorni dopo è bloccata dall’Agenzia italiana per il farmaco da questioni politiche e non tecnico scientifiche”, spiega la senatrice radicale e segretario della commissione Sanità di palazzo Madama, Donatella Poretti – Una situazione simile era già avvenuta con la Ru486, quando per una procedura d’immissione in commercio di un farmaco per mutuo riconoscimento, l’Aifa invece dei 90 giorni previsti ne impiegò ben 763″.

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