Pinerolo, Carla Agosteo: “Mio marito non doveva entrare nella gabbia delle tigri”

tigrePINEROLO (TORINO) – “Che succederà adesso alle mie tigri adorate?”  Carla Agosteo, la signora delle tigri come viene chiamata a Pinerolo, moglie di  Mario Lagiard, 72 anni, morto sbranato dalle sue tre tigri al bioparco Martinat, difende gli animali:  “Che succederà adesso alle mie tigri adorate? Non vorranno portarmele via, sarebbe come uccidere un’altra volta anche Mario che le amava.” Carla se la prende con il sindaco di Pinerolo e con il magistrato: “Non è vero che sono pericolose.”

”Mio marito ha fatto una grossa imprudenza, gli avevo detto di non entrare nella gabbia perché la tigre era nervosa”, racconta la vedova, che non ha voluto traslocare dal container vicino alle gabbie. ”Il trasferimento era già previsto per metà luglio, ma dopo quello che è successo stiamo cercando di anticiparlo”, spiega il sindaco di Pinerolo, Eugenio Buttiero.

Il pensiero di separarsene è diventata angoscia quotidiana. Per lei quegli animali sono figli, non tigri. Figli per i quali ha speso tutti i soldi che aveva, «bambini» da accudire spesso anche di notte come ha fatto tante volte dormendo ac- canto ai cuccioli, bocche da sfamare per le quali suo marito ha fatto sacrifici montando ponti in Svizzera fino a 68 anni.
Una storia folle e poetica, quella di Carla e Mario, due vite intere spese per quei felini enormi dall’aria triste che guardano il mondo a sbarre e mangiano, ciascuno, dieci chili di carne un giorno sì e uno no. Ogni centesimo delle loro pen- simo delle loro pensioni, ogni soldo ricavato da vendite immobiliari (erano benestanti) è finito in cibo, visite veterinarie, sistemazione delle gabbie… Per loro stessi hanno tenuto sempre meno, fino a vivere in un vecchio container, a 100 metri dalle tigri.

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