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Pioltello (Milano), a scuola classi separate per italiani e stranieri

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Pioltello (Milano), a scuola classi separate per italiani e stranieri

PIOLTELLO (MILANO) – Classi separate a scuola per italiani e stranieri. E i vertici della Consulta interculturale della città più multietnica d’Italia si dimettono in blocco.

Accade a Pioltello, Comune alle porte di Milano, alla scuola media Iqbal Masih, dove la scelta del preside ha sollevato un polverone di polemiche, spiega Patrizia Rossi sul Giorno.

Oggetto delle polemiche, due classi a tempo pieno con pochissimi studenti, una con la quasi totalità di cognomi stranieri e un solo italiano, l’altra a larghissima maggioranza di cognomi italiani.

Come spiega Il Giorno, 

Si parla di cognomi e non di nazionalità perché – e questa è la difesa della scuola – quasi tutti i ragazzi sono di seconda generazione e quindi considerati italiani a tutti gli effetti. Sotto i riflettori la scuola media di Seggiano, un quartiere ad altissima densità di stranieri. Questi i numeri. Nel registro di classe della 1C ci sono 14 alunni, di cui 5 ragazzi nati all’estero, 8 studenti di seconda generazione e un solo bambino dal cognome italiano. Dall’altra parte del corridoio, invece, c’è la 1D con 16 iscritti, tra cui 11 italiani. Una fotografia che ha innescato il cortocircuito in città, la Consulta degli stranieri ha reagito con le dimissioni congiunte blocco della presidente, Fatima Naif Charif, e della sua vice Katerine Mosquera.

Per l’assessore alla scuola, Maria Gabriella Baldaro,

“la scuola ha fatto una scelta grave, è un gesto da stigmatizzare. Non solo prendo le distanze da quanto accaduto, ma lancerò un tavolo politico con tutti i presidi delle nostre scuole affinchè in futuro non si ripetano situazioni simili”.

Replica il vicepreside Basiglio Prestileo:

“La nostra scuola non ha classi ghetto, non ci stiamo ad essere tacciati in questo modo. Avevamo 30 ragazzi iscritti al tempo prolungato, ma non potevamo formare un’unica classe per la presenza di due alunni con disabilità e tre nuovi arrivati in Italia, che non conoscono la nostra lingua. I ragazzi non sono stati divisi per nazionalità, la maggioranza degli alunni ha cognomi stranieri ma è di nazionalità italiana. Per noi conta il livello di scolarizzazione, i nostri ragazzi sono tutti allo stesso livello, le classi sono assolutamente equilibrate”.

 

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