Polemica a Pisa per un documento ministeriale sul rientro dei bimbi all’asilo. La smentita del sindaco.
I figli di medici e infermieri che lavorano nei reparti Covid non possono tornare a scuola. Anzi no. Accade a Pisa, dove è stata necessaria una smentita, da parte del Comune.
La postilla contenuta in un documento ministeriale rischiava, per i genitori interessati, di essere una “discriminazione inaccettabile”.
E’ successo che alcuni operatori sanitari – medici, infermieri e tecnici di laboratorio – sono stati avvisati dal nido di non portare stamani i figli a scuola proprio perché lavorano in reparti Covid.
La notizia, riportata dalla stampa locale, ha scatenato agitazione e proteste tra i genitori. Nel mirino, spiega il Comune, è finito proprio quel documento, contenuto nel decreto n. 80 del 3 agosto scorso diffuso dal ministero dell’Istruzione.
All’articolo 10 si legge che non si può far accedere i figli al nido d’infanzia se essi stessi o i loro genitori e accompagnatori sono stati “a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni”.
E’ stato facile scoprire l’inghippo quando ai genitori/sanitari non hanno voluto l’auto dichiarazione. Che conteneva anche questo passaggio, e loro si sono rifiutati di farlo.
“Ho parlato direttamente con la mamma interessata, che è un medico – ha detto l’assessore pisano alle politiche educative, Sandra Munno – e abbiamo concordato con lei che con un’integrazione il problema sarebbe stato superato: ovvero dichiarando che sul lavoro adotta sempre tutti i dispositivi di protezione previsti dalla legge”.
“Tuttavia quel decreto presenta una lacuna normativa grave che lascia agli operatori in prima linea l’onere di trovare una soluzione”.
“Ed è tanto più grave se si pensa che il documento di indirizzo ministeriale è stato adottato dopo avere acquisito tutte le consulenze necessarie da un comitato tecnico scientifico composto da soli medici e che avrebbe dunque dovuto prevedere anche quanto accaduto a Pisa”. (Fonti: Ansa, Il Tirreno).