Pisa, il rapinatore ucciso da Daniele Ferretti era stato scarcerato da pochi giorni Pisa, il rapinatore ucciso da Daniele Ferretti era stato scarcerato da pochi giorni

Pisa, il rapinatore ucciso da Daniele Ferretti era stato scarcerato da pochi giorni

Pisa, il rapinatore ucciso da Daniele Ferretti era stato scarcerato da pochi giorni
Pisa, il rapinatore ucciso da Daniele Ferretti era stato scarcerato da pochi giorni

PISA – Il rapinatore che il 13 giugno è stato ucciso dal gioielliere Daniele Ferretti mentre metteva a segno un colpo nel suo negozio era stato scarcerato da poco. La vittima, un italiano originario del Lazio di 44 anni, era pregiudicato e aveva appena finito di scontare una pena nel carcere Don Bosco di Pisa. Ora Ferretti è indagato per omicidio volontario, ma il sindaco di Pisa e la città sono con lui: “Si è solo difeso”.

Secondo quanto si è appreso, inoltre, il commando in azione era composto da tre persone, due delle quali tuttora in fuga mentre il terzo è il bandito morto che era anche l’unico ad avere agito con il volto travisato da una calzamaglia e da un paio di occhiali da sole.

Le telecamere della video sorveglianza interna hanno ripreso la scena ma le immagini, prive di sonoro, non chiariscono fino in fondo la dinamica dei fatti: complessivamente tutto si svolge nel giro di una decina di secondi e poi la vittima cade a terra senza vita dopo essere stato colpito due volte, una delle quali mortale con il proiettile calibro 9×19 della Beretta del gioielliere che lo ferisce mortalmente al costato penetrando dal lato sinistro e uscendo dal braccio destro.

Intanto Ferretti, che ha dichiarato di aver sparato per difendere la moglie dopo che uno dei rapinatori aveva aperto il fuoco, si ritrova indagato per omicidio volontario, ma i suoi concittadini e il sindaco di Pisa Marco Filippeschi sono al suo fianco:

“Gli accertamenti dell’autorità giudiziaria e dei carabinieri confermano che Daniele Ferretti ha agito per difesa. Questa ricostruzione rispecchia il giudizio molto diffuso in città sul gioielliere e sulla sua famiglia: persone per bene. C’è un commerciante che ha visto la sua attività e la sua persona più volte insidiate da rapine e ferimenti. La sua autodifesa legittima non toglie nulla al dramma che ha vissuto, al pari di quelli vissuti in casi analoghi da altre persone minacciate, in altre città.

In tanti casi avvenuti in passato e di recente. A lui si deve rispetto. Le richieste di sempre maggiore tutela e sicurezza, di una giustizia pronta e certa, sono giustificate. Ma queste istanze e la vicinanza a chi ha vissuto un dramma non devono scadere in strumentalizzazioni. Ognuno, invece, deve fare il suo, per le responsabilità che porta, con rigore e coerenza”.

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