Verona: nascondeva mine, fucili e droga nel retro della pizzeria

Pubblicato il 4 Settembre 2010 - 13:49 OLTRE 6 MESI FA

C’erano anche due mine anti-uomo e tre kalashnikov nell’arsenale che un insospettabile pizzaiolo, Denis Daniele Toso, 57 anni, teneva nascosto tra le derrate alimentari nel suo locale a Gazzo Veronese. Nel blitz compiuto ieri in un’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri sono stati sequestrati anche 13,2 chili di cocaina purissima, valutata sul mercato almeno 600mila euro. La droga era suddivisa in panetti da un etto, occultati sotto alcune tavole in truciolato.

Nella dispensa della pizzeria ‘Parisienne’ c’era una cassa sigillata piena di armi ed esplosivo: oltre alle mine e ai fucili mitragliatori, tre bombe a mano M52, due pistole mitragliatrici Skorpion (”lo stesso modello utilizzato dalla Brigate Rosse per uccidere Aldo Moro” hanno sottolineato gli investigatori), due etti di tritolo con detonatori, una pistola calibro 9, un revolver 357 Magnum, varie scatole di cartucce, anche di grosso calibro.

L’indagine ha preso il via dall’arresto a Ravenna, nel luglio scorso, di un pregiudicato del luogo, Paolo Passarella, 60 anni, originario di Rovigo, fermato con 2,7 chili di cocaina, seguito poi dall’arresto a Forli’ di Bruno Satanassi con altri due chili di droga. Gli investigatori hanno seguito una pista che li ha portati a Ferrara, dove tra maggio e luglio erano stati arrestati un italiano ed un magrebino, e alcune analogie hanno permesso di indirizzare i sospetti sulla pizzeria di Toso, nella bassa veronese. Per non destare sospetti sono intervenuti anche i Carabinieri del Nas di Padova, con controlli igienici e sanitari nel locale. Ed e’ stato proprio durante questo sopralluogo che ieri sono state scoperte le armi, l’esplosivo e la cocaina.

Il pubblico ministero Giulia Labia, che coordina l’indagine, ha spiegato oggi che il pizzaiolo arrestato probabilmente fungeva da custode. L’uomo si e’ limitato a dire che la cassa gli era stata consegnata sigillata e non pensava di nascondere armi, ma solo droga, tra l’altro non in un quantitativo cosi’ ingente. ”Toso – ha detto il comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Verona, col. Pierpaolo Mason – era assolutamente sconosciuto alla giustizia. L’escamotage con i Nas avrebbe dovuto permettere di trovare elementi per proseguire l’attivita’ investigativa, ma la scoperta dell’arsenale ha imposto un’accelerazione e siamo stati costretti ad intervenire”.

Le armi erano perfettamente conservate, tutte di provenienza dall’ex Urss o dall’est europeo, con numero di matricola, ma essendo munizioni da guerra non erano censite. ”L’indagine – ha aggiunto il dirigente della Squadra mobile di Verona, Gianpaolo Trevisi – continua per individuare chi ha consegnato armi e droga a Toso e ricostruire il mercato dove sarebbe stato rifornito lo stupefacente. Sicuramente con questa operazione abbiamo evitato che un vero e proprio arsenale da guerra finisse in mani molto pericolose”.