Pm: “Mokbel e i suoi contatti con il mondo militare di Finmeccanica”

Costituire un’agenzia in Asia per operare con il mandato di Finmeccanica ”in quei mercati lontani”: pensava in grande Gennaro Mokbel, ma ”non era un visionario”. E’ quanto afferma la procura di Roma nel provvedimento di fermo a carico di Lorenzo Cola, definito nel capo d’accusa ”soggetto di fiducia” di Finmeccanica Group Spa.

Nel documento, di 29 pagine, si sottolinea come nell’ambito della ”sistematica attività di riciclaggio” posta in essere, Mokbel ”aveva preso contatti con il mondo militare”, un’espressione con la quale lo stesso Mokbel ”intendeva riferirsi a Finmeccanica”. Cola è indagato di concorso in riciclaggio, insieme a Mokbel, all’ex senatore Nicola Di Girolamo, a Marco Iannilli e Marco Toseroni e ”ad altri soggetti”, per avere impiegato 8 milioni e 300mila euro di provenienza illecita in operazione finanziarie dirette ad acquistare, ”attraverso complesse ed articolate operazioni societarie”, ”il 51% delle quote della Digint srl (società partecipata al 49% da Finmeccanica) che avrebbero dovuto essere successivamente rivendute a Finmeccanica Group spa ad un prezzo di gran lunga maggiorato rispetto all’originario impiego di risorse finanziarie”.

I fatti si sarebbero verificati a Roma, Singapore e Lussemburgo dai primi mesi del 2007 ai primi del 2009. Gli 8 milioni e passa di euro, secondo gli inquirenti, provenivano da una sorta di ”cassa comune” che la presunta associazione per delinquere capeggiata da Mokbel aveva costituito con parte dei proventi delle fatturazioni per operazioni inesistenti scoperte nell’ambito dell’inchiesta Fastweb-Telecom Italia Sparkle: una ‘cassa comune’ (costituita da una societa’ di Singapore, la Rhuna Investment holding pte ltd) che ”doveva servire per futuri investimenti e per finanziare nuove e diverse attivita’ del gruppo criminale stesso”.

Tra queste, l’affare Digint, che secondo gli stessi indagati avrebbe costituito quell’investimento nel ”settore militare” che Mokbel voleva effettuare soprattutto tramite Cola e i contatti di questi ”con i vertici di Finmeccanica, per i quali operava lo stesso Cola”. I piani di Mokbel e soci, sempre secondo l’accusa, ”non si fermavano all’epoca all’operazione Digint ma spaziavano verso grandi orizzonti: costituire un’agenzia in Asia cui potesse essere concessa una sorta di ‘rappresentanza’, di ‘mandato’ di Finmeccanica per operare in quei mercati lontani.

E che questo non fosse il sogno folle di un Mokbel ‘visionario’ – si legge ancora nel provvedimento – è provato dal contenuto delle conversazioni intercettate, alla luce delle chiare, sul punto, dichiarazioni di Toseroni e Di Girolamo, ed ancor più dagli incontri effettivamente avvenuti tra i vertici di Finmeccanica e gli ‘uomini’ di Mokbel, Toseroni e Chandra: appuntamenti ed incontri che solo soggetti realmente ‘accreditati’ e che possono ritenersi godere di una forte ‘influenza’ sugli organismi di vertice di una societa’ quotata in borsa quale Finmeccanica spa potevano effettivamente organizzare e realizzare”.

 Tuttavia qualcosa deve essere poi andato storto, perche’ la Digint non ha ricevuto le commesse e gli appalti auspicati da Mokbel, che a un certo momento avrebbe cominciato a prendersela con Cola e Iannilli ”sino a giungere ad aggressioni verbali e minacce esplicite, al fine di ottenere quantomeno al restituzione di quanto sborsato” (in un interrogatorio del 10 giugno scorso Mokbel afferma: ”io speravo di guadagnare qualcosa ma con questi guadagnano solo loro”). Il provvedimento di fermo contiene anche una lunga intercettazione, dell’aprile 2008, in cui Toseroni spiega a Mokbel (che parla anche di Afghanistan, in un contesto non chiaro) le due opzioni dell’operazione Digint, sottolineando che ”il risultato ci sara’ fra tre anni” e che ”e’ meglio avere una… un 25% di una torta molto grande anziche’ il 51% di un bigne’ da pasticceria…”.

Mokbel però non vuole sentire ragioni e spiega che ”…con Marco Iannilli so stato chiaro una decina de vorte… Marco, qui non chiedete più sordi fin quando non se vedono risultati sostanziosi e sostanziali… qua soldi non ne escono piu’ fuori… se succede qualsiasi cosa, Marco tu ne sei responsabile…”

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