Grave siccità per il fiume Po. Cento giorni senza piogge significative per il distretto padano: “si fa grave” la siccità del fiume Po che interessa tutto il distretto Padano.
Siccità fiume Po, gli affluenti sono ai minimi storici da inizio anni settanta
Gli affluenti Trebbia, Secchia e Reno sono ai minimi storici dal 1972, mentre Dora Baltea, Adda, Ticino registrano un -75% nelle portate. È l’allarme che arriva dall’Osservatorio sulle crisi idriche convocato per oggi dall’Autorità di bacino del fiume Po – MiTe. Sos anche per l’agricoltura: “in Piemonte sarà già problematico dare il via alla stagione dell’irrigazione”. L’Autorità chiede deroghe per i prelievi, a vantaggio di agricoltura e produzione di energetica idroelettrica.
Cento giorni senza piogge, siccità grave per il Po
In base all’ultimo monitoraggio dell’Osservatorio delle crisi idriche, convocato dall’Autorità, le condizioni idrologiche e climatiche nel distretto del Po “si fanno sempre più critiche in mancanza pressoché totale di precipitazioni da circa cento giorni in alcune aree (in particolare del Nord Ovest) allungando così l’incedere progressivo delle condizioni di grave e severa prolungata siccità lungo il corso del fiume fino al Delta”.
I livelli delle portate “scendono drasticamente sotto quelli minimi nelle stazioni di registrazione, mentre anche gli affluenti evidenziano decise carenze”, con qualche record, come per Trebbia, Secchia e Reno ai minimi storici dal 1972; Dora Baltea, Adda, Ticino a -75% di portata. Quanto agli altri indicatori. La temperatura invernale è stata più alta anche di 2,1-2,5 gradi rispetto alla media stagionale, vento e mancanza di neve hanno composto “un quadro complessivo sempre più deficitario e di rischio per agricoltura, habitat, produzione di energia idroelettrica”.
L’inverno 2021-22 resta uno dei più caldi e secchi di sempre, in cui il deficit medio di precipitazioni tocca -65%: un dato fortemente negativo che si traduce in oltre 90 giorni senza piogge significative. L’ultimo evento che ha interessato il distretto, gli scorsi 14-15 febbraio, per l’Osservatorio “non ha contribuito in modo significativo al rimpinguamento della risorsa idrica, né a mitigare la permanente aridità dei suoli che resta deficitaria”.
Nell’ultimo mese le portate del Po “hanno continuato il loro processo di lento e progressivo esaurimento, raggiungendo i valori minimi dal 1972: a Pontelagoscuro il dato è di 603 metri cubi al secondo (deficit complessivo di marzo pari a -55%), ma la sezione maggiormente in crisi rimane quella di Piacenza con una portata ridotta a soli 260 m3/s e un deficit del -66%”. “Criticità anche per le sorgenti del settore dell’idropotabile, in particolare nella zona piemontese e in Appennino”.
“Continua a preoccupare l’avanzamento del cuneo salino, che ha superato i 10 chilometri di intrusione dalla costa, principalmente nel ramo di Pila e Goro, con un valore tipico del periodo estivo”.
Siccità Po, a rischio fabbisogni di inizio estate
Un inverno mite e secco, è la “stabilità climatica” destinata ancora a perdurare, secondo i modelli previsionali, con all’orizzonte piogge inferiori alle medie e temperature piuttosto elevate anche nel prossimo periodo.
Questa condizione “lascia presagire come la disponibilità d’acqua attuale, non aumentando, difficilmente potrà colmare i fabbisogni della prima parte dell’estate, generando inoltre una probabile situazione di forte pressione per l’habitat fluviale, oltre al comparto idroelettrico che registra già i minimi di produzione degli ultimi 20 anni”.
Lo rileva l’Autorità Distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica (ADbPo-MiTe).
Siccità Po, situazione grave a Piacenza, Cremona e Piemonte
“La portata del fiume Po in questo momento ci dimostra in molte sezioni che siamo in condizioni di estrema severità idrica. In alcuni casi con condizioni meno gravi, ma condizioni estreme sono a Piacenza, Cremona e gran parte della zona piemontese”.
Lo dice Meuccio Berselli, segretario generale di ADbPo-MiTe. “Cosa succede e cosa può succedere: intanto – spiega – inizia fra poco la stagione dell’agricoltura in cui dobbiamo prelevare acqua e distribuirla. Quindi – insiste – da subito istituire le deroghe, consentire il prelievo e all’idroelettrico di produrre energia, perché in una situazione così drammatica per la geopolitica attuale noi dobbiamo portare a maturazione i nostri raccolti e fare energia idroelettrica”.
Berselli sottolinea la situazione preoccupante anche per l’intrusione del cuneo salino (la penetrazione dell’acqua marina verso l’entroterra) e il fatto che i grandi laghi siano, “come il Lago Maggiore, riempiti solo al 30%”. Insomma, conclude, “la situazione è davvero di una siccità severa”.