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Poggibonsi (Siena): va a lavorare nella ditta concorrente, le bruciano 2 auto

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Poggibonsi (Siena): va a lavorare nella ditta concorrente, le bruciano 2 auto (foto Ansa di repertorio)

POGGIBONSI (SIENA) – Telefonate anonime, minacce e intimidazioni fino all’incendio delle auto della sua famiglia perché ‘colpevole’ di essere andata a lavorare in una ditta concorrente nel settore dei rifiuti, lo smaltimento spurghi. Lo hanno accertato i carabinieri di Poggibonsi (Siena) che hanno eseguito due misure, una di custodia cautelare in carcere e l’altra ai domiciliari, rispettivamente nei confronti di un 51enne e di un 38enne di Poggibonsi accusati di atti persecutori e incendio.

Il 38enne è un dipendente della ditta lasciata dall’impiegata finita nel mirino, l’altro è un amico dell’uomo messo ai domiciliari. Una terza persona è indagata con le stesse accuse – è il titolare della ditta – ma nei suoi confronti il gip ha respinto una richiesta di applicazione di misura cautelare. Le indagini dei carabinieri sono partite da un incendio divampato l’11 gennaio 2018 a Colle Val d’Elsa che distrusse le autovetture di famiglia e il capannone di proprietà della donna. Prima e dopo il rogo, ci sono state telefonate anonime e appostamenti, anche notturni, presso la casa dell’impiegata e il nuovo luogo di lavoro. La donna per 10 anni aveva lavorato per la stessa ditta di autospurghi ma poi, nell’ottobre del 2017, era stata assunta dalla ditta concorrente nata pochi mesi prima in seguito a dissidi familiari tra i titolari della originaria società.

Tutte le indagini sono state condotte anche grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali. Il movente delle persecuzioni e delle aggressioni potrebbe riferirsi all’importante giro di lavoro che il settore degli autospurghi garantisce. “Imponente è il volume di affari, diversi milioni di euro l’anno” maturato dalla società di smaltimento spurghi che è finita nel mirino delle indagini, hanno evidenziato i carabinieri durante una conferenza stampa.

L’indagine ha anche individuato un altro soggetto ‘obiettivo’ di atti persecutori: è un altro ex dipendente della stessa ditta. In questo caso, nell’ottobre del 2017, poco dopo aver lasciato il suo impiego nell’azienda nel Senese, per trovare un nuovo posto di lavoro in una ditta a Empoli (Firenze), era stato sorpreso mentre guidava la sua auto da una pietra che aveva colpito il finestrino. Sceso per verificare il danno, si trovò di fronte un uomo armato di mazza da baseball che cominciò a colpire l’autovettura e poi scappò. Dai successivi accertamenti sulle celle telefoniche è emerso che l’uomo era proprio il 51enne arrestato. Tra l’altro, dopo le bastonate all’auto, l’ex impiegato della ditta di spurghi ricevette una chiamata telefonica sul cellulare da una scheda che è risultata essere intestata allo stesso 51enne.

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