Poggiolini, dai miliardi nel puff all’ospizio abusivo

Poggiolini, dai miliardi nel puff all'ospizio abusivo
Poggiolini, dai miliardi nel puff all’ospizio abusivo

ROMA – Di carcere ne ha fatto poco Duilio Poggiolini, l’ex Re Mida della Sanità accusato di aiutare le case farmaceutiche per cifre a molti zeri, protagonista di Tangentopoli, accumulatore di una fortuna valutabile in 300 miliardi di vecchie lire di cui una decina spuntarono da un puff durante una perquisizione rimasta negli annali. Ma non gli è andata tanto bene: è notizia di oggi che è stato appena trasferito al pronto soccorso più vicino all’ospizio completamente abusivo in zona Casalotti a Roma dove più che ricoverato sembrava parcheggiato.

Era degente in una stanza ricavata da un portico chiuso, assistito insieme a un’altra quindicina di ospiti da tre indiani senza lo straccio di un’abilitazione. I parenti pagavano tra i 600 e i 1200 euro al mese, tutto in nero perché quella casa di riposo era fuorilegge, del tutto abusiva, praticamente non esisteva. E’ dovuta arrivare la polizia per sequestrare la struttura.

Poggiolini ha ancora dei processi in corso, ha scontato circa sette mesi in carcere poi l’indulto gli ha azzerato la condanna di sette anni poi ridotta a 4. Era vecchio e malmesso tanto che all’ultima udienza (il processo per la brutta storia del sangue infetto) di febbraio il giudice l’ha rimandato a casa –  cioè all’ospizio fuorilegge – per manifesta incapacità fisica.

Ventidue anni fa la perquisizione della sua villa all’Eur fece epoca: 10 miliardi di lire spuntarono da un puff in salotto, ma erano solo la parte più piccola del tesoro accumulato da Poggiolini (catturato in clinica a Losanna, dove era sotto falso nome) e dalla moglie Pierr De Maria, scomparsa nel 2007. Storico il loro confronto davanti ai pm di Napoli nel ‘94 quando Lady Poggiolini accusò il marito di avere una personalità alla «mister Hyde».

In tutto alla coppia furono sequestrati beni per 39 miliardi, comprese preziose opere d’arte trovate anche nella casa di famiglia a Monteverde. Due anni fa, nel caveau della Banca d’Italia, Equitalia Giustizia ha scovato un baule accantonato che conteneva parte di quel tesoro, valutato oggi 26 milioni di euro. (Rinaldo Frignani e Manuela Pelati, Corriere della Sera).

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