Polizia penitenziaria deve pagare alloggio in carcere e…anche gli arretrati: 650 euro per il 2018

Penitenziaria, poliziotti pagheranno alloggi in carcere e anche arretrati
Milano, polizia penitenziaria deve pagare alloggio in carcere e…anche gli arretratiBl

MILANO – I poliziotti della penitenziaria che dormono in carcere devono pagare il posto letto e anche gli arretrati. Questa la decisione del ministero dell’Interno comunicata in una circolare che corregge le disposizioni dell’ottobre 2017. Una stangata per gli agenti, che dovranno pagare solo per gli arretrati del 2018 una cifra di circa 650 euro a testa, con il contributo mensile che varia dai 50 ai 100 euro a seconda della metratura.

A dare la notizia è il Dipartimento dell’amministrazione carceraria, che spiega come la copertura economica è stata sufficiente per coprire solo 800 alloggi dei 4400 a disposizione in tutta Italia per la penitenziaria. Per questo motivo chi vive nelle caserme in carcere non può usufruire gratuitamente dell’alloggio, ma deve pagare un affitto mensile. 

Gennarino De Fazio della segreteria nazionale Uil penitenziari, parla di paradosso: “Siamo al paradosso a maggior ragione di fronte a una emergenza conclamata sulle condizioni delle caserme e gli organici della polizia penitenziaria. Il personale accasermato, poi, è obbligato a intervenire in qualsiasi momento, giorno e notte, in caso di emergenze. E nonostante questo, si chiede loro pure di pagare il posto letto. Cosa che, invece, non avviene negli altri corpi dello Stato”.

Sia chiaro, ha ribadito De Fazio, “non stiamo parlando di cifre esorbitanti, ne siamo consapevoli, ma c’è anche una questione di principio e di rispetto. Senza contare che gli alloggi nella maggior parte dei casi sono in condizioni strutturali, igieniche e sanitarie pessime”. Resi vivibili soltanto con interventi pagati di tasca loro dagli agenti.

Il Giorno spiega che ad esempio nella caserma Pastrengo di Monza vivono circa 60 agenti. In una delle tre palazzine abitano 15 poliziotti con le rispettive famiglie, mentre un’altra è disabitata perché non c’è la caldaia. Il terzo edificio, invece, ha problemi alla rete idrica e fognaria per cui il terzo piano è stato dichiarato inagibile da anni. Domenico Benemia, segretario regionale Uil penitenziaria, annuncia il ricorso al Tar: “il Dipartimento non può cambiare le carte in tavola”.

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