Polizie di stabilità, carabinieri addestrano uomini dalla Somalia al mondo Polizie di stabilità, carabinieri addestrano uomini dalla Somalia al mondo

Carabinieri creano polizie di stabilità: così addestrano uomini da Somalia al mondo

ROMA – Forze dell’ordine che gestiscono con preparazione, rigore e sicurezza le zone più fragili del pianeta: si chiamano polizie di stabilità e sono nate grazie all’Arma dei carabinieri.

Gianluca Di Feo su Repubblica racconta come dal modello adottato dai carabinieri in Somalia, sia nato un modello preso ad esempio anche dall’Onu.

In Somalia, i militari dell’Arma sono visti come portatori di sicurezza, che hanno accompagnato l’indipendenza del governo dopo le guerre civili.

Per questo motivo, sono ora i carabinieri che gestiscono la formazione delle forze dell’ordine in tutti i Paesi più a rischio, come Iraq, Afghanistan e Balcani.

Una scuola per la formazione è stata creata a Vicenza e conta già 12mila allievi di 122 nazioni diplomati.

Alla base della formazione, spiega Repubblica, c’è il rispetto delle culture di provenienza.

Non si chiede quindi di adottare standard occidentali, ma si adattano i corsi e la struttura dei reparti alle realtà del paese in cui opereranno.

Polizie di stabilità, i carabinieri in Somalia

La missione in Somalia è una delle più complesse, spiega Di Feo.

Si tratta di una terra desolata da povertà e scontri etnici, dove è arrivato poi il dominio dei terroristi della shabab.

Dal 2015, i carabinieri hanno il compito di “reinventare la polizia” locale e lavorano per addestrarla.

Le compagnie Darawish sono l’ultimo reparto creato: 300 uomini preparati e attrezzati per pattugliare le zone dove è più forte la minaccia islamica.

Tra le altre iniziative che vedono impegnata l’Arma, anche l’addestramento dei ranger che in Ruanda, Uganda e Zambia proteggono gli animali.

E poi la difesa in Iraq dei patrimoni dell’Unesco depredati e devastati dall’Isis e dai predoni, con 34mila agenti locali preparati dal 2014.

Anche ora davanti all’emergenza covid-19, l’Arma ha fatto il suo dovere.

Per questo il presidente Sergio Mattarella l’ha ringraziata per il lavoro durante la pandemia.

“Ha confermato quel rapporto di naturale relazione e fiducia con la gente, garantendo la prossimità rassicurante dello Stato, solidarietà e concreta assistenza”, ha detto. (Fonte: Repubblica) 

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