Poliziotti uccisi a Trieste, gli audio dei colleghi durante la sparatoria: “Sono morti”, “Mi sono rifugiata in ufficio”

Poliziotti uccisi a Trieste, gli audio all'interno della Questura: "Sono morti", "Mi sono rifugiata in ufficio"
Davanti alla Questura di Trieste sono visibili (in terra) una pistola e (sull’auto grigia) tracce di sangue, in seguito ad una sparatoria nella quale due agenti sono rimasti uccisi (foto ANSA)

ROMA – Due audio sono stati diffusi dopo la sparatoria nella Questura di Trieste dove hanno perso la vita due agenti, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Il primo è la comunicazione di un poliziotto che tramite WhatsApp avvisa i colleghi della morte dei due poliziotti dopo un disperato tentativo di rianimazione. A pubblicarla è l’AdnKronos.

“Ho parlato adesso con i colleghi della Mobile. Hanno smesso di fare il massaggio cardiaco ai due colleghi in atrio”, dice l’agente. Poi prosegue: “Hanno smesso perché… perché son morti tutti e due. Agente scelto e agente”. Dopo fornisce i primi dettagli sull’identità delle vittime: “Non superavano i 30 anni, a quanto ricordo. Li conosciamo tutti, sono le ultime notizie, non so, boh”.

Un altro audio che sta circolando in questi minuti lo pubblica il Corriere della Sera. Si tratta dei momenti vissuti all’interno della Questura di Trieste durante la sparatoria. “Siamo in ostaggio, dentro la questura di Trieste perché sono stati arrestati due, li ho visti entrare e un secondo dopo quando ho aperto il portone di ingresso, ho sentito degli spari” dice una poliziotta.

“Dentro l’ufficio Volanti hanno preso una o due pistole ai colleghi che li hanno arrestati e hanno cominciato a sparare. Due colleghi sono feriti. Io non so niente perché stavo entrando ma ero senza pistola e mi sono dovuta rifugiare in ufficio” continua. L’agente racconta che un uomo è scappato dalla Questura con l’arma in pugno e poi aggiunge: “L’altro sta vagando per la Questura e non l’abbiamo ancora trovato. Probabilmente è dentro lo scantinato. Un collega ha detto che si sta cominciando ad arrendere ma va da un po’ di tempo questa storia”. 

Fonte: ADNKRONOS – CORRIERE DELLA SERA

Gestione cookie