Poliziotto querela la madre di Aldrovandi: udienza il 10 novembre

FERRARA – Il caso giudiziario sulla morte di Federico Aldrovandi, il giovane deceduto dopo un controllo di polizia nel 2005, avra' un'ennesima coda in tribunale a Ferrara, dove il 10 novembre e' fissata davanti al gip l'udienza di opposizione all'archiviazione presentata dalla pm Ombretta Volta per una querela per diffamazione e istigazione a delinquere contro la madre del giovane, Patrizia Moretti, presentata da uno dei quattro poliziotti, Paolo Forlani, condannati per omicidio colposo in eccesso colposo nei primi due gradi di giudizio ad una pena di tre anni e sei mesi.

Patrizia Moretti e' stata querelata dal poliziotto per aver usato il termine ''assassini'' verso i quattro poliziotti e per aver commentato nel suo blog un incontro casuale avuto al bar, a Ferrara, con Forlani, vedendolo sereno e tranquillo (mentre suo figlio e' morto) e scrivendo: ''Vorrei urlare, picchiare, uccidere ma non ne sono capace''.

La pm, nella sua richiesta di archiviazione alla querela di Forlani, spiega in termini giuridici che il sostantivo ''assassino'', pur essendo un'espressione forte e che evoca una dose di crudelta' nella soppressione di una vita (e questo non e' riconducibile al caso Aldrovandi e al comportamento dei poliziotti), nel linguaggio comune e' comunque associabile ad omicida, visto che pur con aggettivazioni diverse il nostro codice parla di omicidio colposo, preterintenzionale o volontario.

Per quanto riguarda invece la presunta istigazione a delinquere, le frasi di Patrizia Moretti – spiega il pm nella richiesta di archiviazione – sono lo sfogo di una madre che non riesce a colmare il vuoto della perdita di un figlio.

La mamma di Federico Aldrovandi commenta nel suo blog: ''oggi ho ricevuto la notizia dell'udienza al gip, il 10 novembre, per l'ennesima querela che mi indirizza Paolo Forlani''. E continua:

''Il giorno della sentenza della corte d'appello di Bologna, che confermava in tutto quella del giudice Caruso, uno dei quattro condannati, Paolo Forlani, ha pensato bene di querelarmi per l'ennesima volta per diffamazione e per istigazione a delinquere: chiede che io venga perseguita e punita''. Da parte loro Forlani e il suo legale, Gabriele Bordoni, nell' opposizione all'archiviazione spiegano che il termine 'assassino' lede la reputazione di Forlani, e il commento della mamma sull'incontro al bar e' frase idonea ad incitare altri ad atti violenti.

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