NAPOLI – Cinque adesioni su 1478 lavoratori: questi i numeri, impietosi, dello sciopero negli stabilimenti di Pomigliano d’Arco di Fiat Chrysler Automobiles, indetto dalla Fiom.
“Eravamo consapevoli di ciò che sarebbe successo – dice, intervistato dal Mattino, Maurizio Landini – Conosciamo bene la situazione salariale dei lavoratori di Pomigliano, e siamo consapevoli delle loro difficoltà. Anche per questo vogliamo riaprire la discussione con l’azienda: del resto anche i sindacati che non hanno aderito allo sciopero sanno perfettamente che c’è metà personale ancora fuori…”
“Tanto rumore per nulla: allo sciopero indetto dalla Fiom hanno aderito solo cinque lavoratori appartenenti ai metalmeccanici della Cgil”, attacca Giovanni Sgambati, segretario generale della Uilm Campania, sostenendo che allo sciopero indetto dalle tute blu della Cgil per il primo dei tre sabati di straordinario nello stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco.
“Eravamo convinti – ha aggiunto Sgambati – che i lavoratori avrebbero risposto positivamente alla richiesta di lavoro straordinario. Così come avevano fatto l’anno scorso, in occasione di altri sabati di produzione, e con tensioni molto più forti, quando gli operai non si erano lasciati intimidire. Questa è la dimostrazione che il Vico vuole continuare a fare auto di qualità e nei tempi previsti, come è stato consolidato negli ultimi due anni con il riconoscimento della medaglia oro nel Wcm. È il miglior viatico per poter richiedere produzioni aggiuntive che possano permettere la saturazione dello stabilimento, con il rientro di tutti”.
La replica della Fiom. “La nostra iniziativa serviva soprattutto a evidenziare che se a Pomigliano non ci impegniamo tutti, ci saranno sempre delle difficoltà per il rientro di chi è in solidarietà”, ha detto il responsabile del settore automotive per la Fiom di Napoli, Francesco Percuoco, commentando le mancate adesioni allo sciopero proclamato per sabato, in occasione del primo dei tre sabato di straordinario, nello stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco. “Noi volevamo evidenziare – ha proseguito – ha che a Pomigliano, dove gli altri avevano detto sarebbero rientrati tutti entro il 2013, ci sono, ad oggi, ancora circa duemila lavoratori fuori dal ciclo produttivo. Se non ci impegniamo tutti insieme per portare una nuova produzione, è evidente che le difficoltà permarranno”.
“Sapevamo che lo sciopero sarebbe stato difficile — dice Michele De Palma, responsabile auto dell’organizzazione di Landini — ma non potevamo certo accettare senza reagire il fatto che la Fiat utilizzi nella stessa azienda la cassa in solidarietà e gli straordinari. Se fosse stato introdotto il terzo turno di lavoro, si sarebbe fatto fronte al picco di produzione in meno di tempo di quanto sarà necessario con gli straordinari del sabato. Per questo plaudiamo a quei cinque lavoratori che in questa condizione difficile hanno deciso di scioperare. Diciamola tutta: meriterebbero una statua”.
I commenti sono chiusi.