ROMA – All’indomani dall’approvazione del Decreto Genova, Autostrade per l’Italia ha presentato al commissario straordinario Marco Bucci il progetto esecutivo definitivo per la demolizione e la ricostruzione di Ponte Morandi. Il piano era già stato anticipato al Sindaco a metà ottobre, e ora è stato inviato a Bucci il progetto esecutivo completo.
Autostrade ha deciso di schierare l’artiglieria pesante: nonostante la completa esclusione dal processo di demolizione e ricostruzione (il decreto la prevede in maniera specifica, escludendo anche eventuali partecipate di Aspi, che dovrà solo pagare i lavori), propone la costruzione-lampo del nuovo viadotto in meno di un anno, con inizio lavori a metà dicembre come auspicato da Bucci stesso, promettendo di completare l’opera “a metà settembre 2019”. In totale nove mesi di lavori, dunque, così come già anticipato a ottobre.
Come già anticipato, a garanzia del piano Autostrade ha previsto una penale pari a 20 milioni di euro per ogni mese di ritardo: l’investimento totale sarebbe di 200 milioni di euro. La lettera è stata inviata da Autostrade per l’Italia al commissario Bucci, al governatore ligure Giovanni Toti e al ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Al di là delle diverse problematiche che la nuova legge lascia ancora senza soluzione – come lo stanziamento delle risorse per l’area portuale o per gli operatori dell’autotrasporto – il punto cruciale resta l’esclusione di Autostrade dalle attività di ricostruzione. Se da un lato il Governo ha ottenuto l’agognato obiettivo di individuare nella concessionaria un capro espiatorio, dall’altro la soluzione individuata rischia di allungare sine die i tempi di ricostruzione.