GENOVA – A provocare il crollo del ponte Morandi di Genova potrebbe essere stata la rottura di uno strallo, l’enorme tirante di cemento che regge la struttura del ponte.
A spiegare che la rottura di uno di questi stralli “è un’ipotesi [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] di lavoro seria” è Antonio Brencich, docente dell’università di Genova e membro della commissione dei Trasporti e delle Infrastrutture che deve accertare le cause del crollo.
Brencich lo ha detto ai giornalisti dopo aver fatto un breve sopralluogo nella zona del ponte crollato ma non è voluto entrare nel merito del lavoro della commissione: “La voce che gira è che il collasso sia stato attivato dalla rottura di uno strallo ci sono testimonianze e video che vanno in questo senso”.
Che la causa del crollo del ponte di Genova possa essere stata “la rottura di uno strallo è un’ipotesi di lavoro seria ma dopo tre giorni è solo un’ipotesi”, ha sottolineato Brencich. Il docente ha invece smentito che possa essere stato un eccesso di carico a provocare il crollo del ponte Morandi: “La pioggia, i tuoni, l’eccesso di carico sono ipotesi fantasiose – ha detto – che non vanno prese neanche in considerazione”.
Come spiega l’Agi, il 3 maggio scorso Autostrade per l’Italia ha pubblicato un bando di gara per rinforzare il ponte Morandi di Genova. I lavori, che non sono mai iniziati perché la gara non è ancora stata assegnata, riguardavano “interventi di retrofitting strutturale del Viadotto Polcevera al km 000+551 dell’Autostrada A10 Genova-Savona”.
In particolare “il progetto di retrofitting” si legge nei documenti presenti sul sito web di Autostrade per l’Italia, “prevede il rinforzo degli stralli di pila 9 e 10 poiché quelli di pila 11 sono stati oggetti di rinforzo negli anni ‘90”.
Il ponte Morandi è crollato il 14 agosto in prossimità dello strallo di pila numero 9 anche se non è ancora chiaro se a determinare il crollo è stato il cedimento strutturale della strada, del pilone o dello strallo.