GENOVA – Pochi giorni prima del crollo del ponte Morandi a Genova i tecnici di Autostrade parlavano via telefono dei rischi del viadotto. In particolare delle criticità dei tiranti che lo sorreggevano, ovvero gli stralli di acciaio coperti di calcestruzzo. È quanto emerge dalle conversazioni via Whatsapp e via sms recuperate nei cellulari sequestrati dalla Procura, che ora si cerca di contestualizzare.
Come scrivono Giuseppe Filetto e Fabio Tonacci sul quotidiano Repubblica, gli inquirenti stanno confrontando le conversazioni tra ingegneri per capire se i loro messaggi, e la loro preoccupazione, fossero riferiti proprio ai tiranti coinvolti nel crollo del ponte Morandi o se le loro fossero solo osservazioni generiche.
Nel primo caso – spiega ancora Repubblica – le chat possono essere considerate un indizio della percezione da parte di Autostrade per l’Italia dei rischi del viadotto, più elevati rispetto a quanto messo nero su bianco nella documentazione presentata al Ministero dei Trasporti. Nel secondo caso invece le conversazioni possono essere considerate una reazione suggerita da quanto emerso a febbraio, con l’ok del Comitato tecnico amministrativo del Provveditorato di Genova al piano di ristrutturazione delle pile 9 e 10, che segnalava una riduzione fino al 20% della dimensione degli stralli. Al momento causa probabile del crollo viene considerata proprio la rottura di uno dei quattro tiranti della pila 9.