Ponte Morandi, quinto tampone giù: incartato per evitare dispersione polveri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Marzo 2019 - 19:38 OLTRE 6 MESI FA
Ponte Morandi, giù il quinto tampone: prima incartato

Ponte Morandi, quinto tampone giù: incartato per evitare dispersione polveri

GENOVA – Prima hanno incartato il quinto tampone del Ponte Morandi a Genova, poi l’hanno calato. Un’operazione, l’incartamento, reso necessario per evitare la dispersione di polveri di calcestruzzo e crisotilo. Le operazioni di discesa della porzione dell’impalcato che pesa oltre 900 chili sono iniziate la mattina del 28 marzo e si sono concluse nel tardo pomeriggio in sicurezza.

L’annuncio dell’avvenuto calo della trave tampone è stato dato alle 17.57 dalla Omini, capofila delle aziende che si occupano della demolizione. Aziende che hanno progettato e messo in atto un’operazione di particolare complessità: lo smontaggio e la movimentazione della porzione di viadotto in calcestruzzo di grandi dimensioni a 45 metri di altezza doveva avvenire neutralizzando le polveri, cosa che è stata fatta mediante tagli con acqua poi canalizzata, raccolta e smaltita. 

Per preparare la calata del tampone e per raccogliere l’acqua di risulta durante le operazioni di taglio è stato installato un telo impermeabile sotto l’impalcato e in corrispondenza del giunto tampone. Il telo, largo 3 metri e lungo 30, è stato ancorato alle estremità alle strutture in acciaio con un cavo in acciaio e lungo il suo sviluppo attraverso funi di ancoraggio fissate in più punti al cemento armato per evitare che il vento lo spostasse.

Il telo ha avvolto e fasciato la parte di impalcato interessata dal taglio e l’acqua raccolta è stata aspirata da elettropompe posizionate sull’impalcato. Anche la strumentazione necessaria per effettuare i tagli è stata protetta in modo che gli schizzi di acqua prodotti fossero incanalati nel telo sottostante e successivamente aspirati. Alla base delle pile, in corrispondenza dei tagli sono stati posizionati teli impermeabili per raccogliere l’acqua che avrebbe potuto fuoriuscire dai teli superiori. (Ansa