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Ponte sullo Stretto, al via primi lavori: riguardano la ferrovia

di luiss_smorgana |23 Dicembre 2009 19:26

Il ponte s’ha da fare, per il governo è ormai una missione: a due giorni da Natale sono partiti i lavori di quello che già chiamano il primo cantiere per la realizzazione della grande opera sullo Stretto di Messina.

La corsa verso il colosso che unirà Sicilia e Calabria tramite piloni e asfalto parte esattamente con una fase preliminare del valore di circa 26 milioni di euro e si inserisce nell’ambito del più ampio progetto di spostamento a monte della linea ferroviaria Battipaglia-Reggio Calabria. Il progetto insomma è pre-esistente, in realtà non si scava, né si monta nulla che riguardi il ponte: in pratica si inizia solo a spostare un tratto di ferrovia, che tocca solo in parte l’area dove sorgerebbe la struttura.

Si tratta della deviazione della linea ferroviaria tirrenica in corrispondenza di Cannitello, per risolvere eventuali sovrapposizioni e interferenze con il cantiere della torre del ponte, sul versante calabro.

A guidare l’opera è il general contractor Eurolink – che si è  aggiudicato la gara internazionale -, ma durante i 18 mesi di attività per la costruzione della nuova linea ferroviaria parteciperanno principalmente imprese locali.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha subito vantato la puntualità di realizzazione del governo, ma in realtà ha fatto riferimento a lavori preliminari, che dunque del Ponte non sono: «Stiamo rispettando i tempi che ci eravamo assegnati per la ripartenza delle opere pubbliche.  Partono con puntualità anche i primi lavori propedeutici al Ponte sullo Stretto e nel prossimo anno proseguiranno anche sulla costa siciliana. Si tratta di lavori indispensabili per avviare la costruzione del manufatto, ma necessari a prescindere dal Ponte».

Oltre all’aspetto contenutistico riguardo al cosiddetto «primo cantiere», c’è anche un lato di natura economica, nonostante le varie prese di posizione al governo riguardo ai finanziamenti già stabiliti: il «grande piano» per collegare la Sicilia al resto dello Stivale beneficerà di un aumento di capitale pari a 900 milioni di euro rispetto alla somma prevista. Ad approvare la ricapitalizzazione è stata l’assemblea ordinaria e straordinaria della società Stretto di Messina, proprio alla vigilia del via ai lavori.

«È stato un anno decisivo per la ripartenza del ponte sullo Stretto di Messina», ha commentato l’Amministratore delegato della Stretto di Messina e presidente dell’Anas, Pietro Ciucci. «Abbiamo superato, con il costante sostegno del governo ed in particolare del Ministro delle Infrastrutture, tutte le problematiche dovute al blocco dell’opera del 2006. Abbiamo firmato gli accordi con le imprese, aggiornato e stipulato, con il concedente Ministero delle Infrastrutture, la Convenzione con allegato il nuovo Piano finanziario, due giorni fa è stato approvato l’aumento di capitale della Società Stretto di Messina per 900 milioni di euro. Complessivamente ammontano a 2,5 miliardi di euro le risorse destinate alla Società per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, mentre il residuo ammontare verrà raccolto sui mercati finanziari secondo le modalità tipiche del project finance».

Mentre i promotori del ponte attendono il via delle attività di monitoraggio ambientale per mettere a tacere il fronte del No, Ciucci ha assicurato che gli interventi interesseranno oltre 36 chilometri quadrati, «pari a dieci volte le aree di cantiere del ponte».

Calabresi e siciliani, ambientalisti o meno, sono stati coinvolti e risucchiati dalla politica delle “grandi infrastrutture per il Sud” e se tutto procede così puntuale dovranno rassegnarsi all’idea della conurbazione. Intanto, nonostante il cantiere di Cannitello sia stato praticamente spacciato come via ai lavori per il ponte, ancora la costruzione dell’opera per l’Italia, tanto voluta da Berlusconi, non è cominciata.

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