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Porto Tolle (Rovigo). Lavoratori Enel in mutande per protesta contro gli ambientalisti

di luiss_smorgana |12 Luglio 2011 21:12

PORTO TOLLE (ROVIGO) – I lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle sono rimasti “in mutande” in segno di protesta contro le associazioni che oggi pomeriggio si ritroveranno a Rovigo per il convegno “Carbone: preistoria della tecnologia”.

Dipendenti Enel e delle aziende dell’indotto della centrale hanno manifestato in boxer e canottiera davanti ai cancelli della centrale, indossando le lettere dello slogan “Sì lavoro, Sì carbone” ed esponendo lo striscione “Noi 11mila firme, voi 11 bugiardi”, in riferimento alla petizione che nel mese dal 28 maggio al 26 giugno ha raccolto 11.000 adesioni a favore della riconversione a carbone “pulito”.

“La riconversione a gas metano che i signori di Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Greenpeace vogliono per la centrale di Porto Tolle – spiegano i lavoratori Enel e delle aziende dell’indotto – farebbe solo alzare la bolletta di famiglie e imprese, e porterebbe questo impianto alla chiusura nel giro di poco tempo”.

Le centrali italiane alimentate a gas naturale, negli ultimi 5 anni, hanno visto diminuire le ore di funzionamento fino al 95%, nel caso degli impianti a gas metano.

“Una centrale carbone ‘pulito’ di ultima generazione, invece, garantisce un costo di generazione del 20% inferiore a quello di un ciclo combinato a gas, e – dicono – realizza 3.500 posti di lavoro in cantiere e circa 1.000 stabili durante l’esercizio della centrale, contro i 30 dipendenti di una centrale a gas”.

“La crisi ha già messo in ginocchio le imprese del Polesine e – continuano i lavoratori – andando avanti su questa strada ci lascera’ in mutande, se non ci sarà la riconversione a carbone”.

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