Porto Tolle, stop a centrale Enel: il Consiglio di Stato boccia la Prestigiacomo

ROMA – Stop alla conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. A deciderlo e’ stato il consiglio di Stato, sesta sezione presidente De Nictolis, che ha annullato il decreto del 29 luglio 2009 del ministero dell’Ambiente, che dava parere positivo alla Via (Valutazione d’impatto ambientale) del progetto di riconversione. Il ricorso, presentato da associazioni ambientaliste, (tra cui il Wwf, Greenpeace e Italia Nostra) operatori turistici, e cittadini organizzati in gruppi, era stato presentato prima al Tar che pero’ a giugno dell’anno scorso lo aveva respinto, quindi al Consiglio di Stato, che invece il 10 maggio lo ha accolto. Pubblicato oggi il dispositivo della sentenza, e si e’ ora in attesa delle motivazioni. Per l’Enel, che ”prende atto con stupore della sentenza”, la decisione di bloccare la centrale e’ un ”danno per l’economia nazionale”. ”Questa decisione – sottolinea l’azienda – rischia di cancellare un progetto necessario per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici del Paese e per la riduzione del costo finale dell’energia, progetto che vedeva un investimento da circa 2,5 miliardi di euro e oltre 3.000 posti di lavoro per i 5 anni necessari a costruire l’impianto e che avrebbe migliorato di molto l’ambiente con l’utilizzo delle piu’ avanzate tecnologie di abbattimento di fumi e inquinanti. In vista dell’ avvio dei lavori, previsto per fine anno, Enel aveva gia’ qualificato 400 aziende e indetto 52 gare per un valore di circa 1,8 miliardi di euro pari a circa il 70% dell’intero investimento”. Con questa decisione, inoltre, ”si impedisce la realizzazione del primo impianto in Europa di cattura e sequestro dell’anidride carbonica su scala industriale, sostenuto dall’Unione Europea. L’innovativo impianto avrebbe attivato ulteriori investimenti per 1 miliardo di euro e diverse centinaia di nuovi posti di lavoro che, uniti a quelli della centrale, comportano la perdita di 1000 posti di lavoro permanenti (tra diretti e indotto). Se necessario, a malincuore, – conclude l’Enel – si vedra’ costretta a portare gli investimenti in altri paesi interconnessi con l’Italia”. Peraltro, secondo quanto afferma l’avvocato dei ricorrenti, Matteo Ceruti, con la sentenza del consiglio di Stato ”viene travolto anche il provvedimento del ministero dello Sviluppo economico con cui si autorizza la costruzione dell’impianto, che era basato proprio sul Via dell’Ambiente, bocciato dai magistrati. Soddisfazione degli ambientalisti: Wwf esprime ”grandissima soddisfazione”, e Greenpeace sottolinea che ”e’ stata battuta la tesi dell’Enel secondo cui la centrale a carbone sarebbe meno inquinante di una equivalente centrale a gas, grazie ai camini piu’ alti che abbassano le concentrazioni al suolo degli inquinanti”. Per il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ”e’ una vittoria per l’ambiente e per chi, insieme a noi, si è battuto e si batterà ancora perché il futuro energetico del Paese parli di efficienza e rinnovabili e non di fonti fossili”.

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