Falsi bond Usa per 6 mld di dollari, gli americani stavano comprando…

Pubblicato il 17 Febbraio 2012 - 08:38 OLTRE 6 MESI FA

POTENZA – Titoli di stato Usa falsi, per un valore di seimila miliardi di dollari – piu’ del doppio dell’intero debito pubblico italiano – sono stati sequestrati in Svizzera dai carabinieri del Ros per ordine della Procura della Repubblica di Potenza. I titoli falsi erano contenuti in tre casse, solo apparentemente della Federal Reserve. Otto persone sono state arrestate stamani, all’alba – in Basilicata, Lazio, Lombardia e Piemonte – dai Carabinieri del Ros che hanno sgominato un’organizzazione specializzata in operazioni finanziarie internazionali garantite da titoli del debito pubblico degli Stati Uniti d’America falsificati.

Dalla documentazione acquisita dai magistrati è emerso che uno degli arrestati, Francesco Travaini, di 61 anni, ritenuto personaggio di rilievo dell’inchiesta, aveva avviato trattative ”con alcune non ben individuate autorita’ americane” – e’ scritto negli atti – per la vendita dei titoli fasulli.

Gli States, infatti, avendo forse saputo ancor prima del sequestro dell’esistenza dei bond taroccati, avrebbero mostrato interesse a venirne in possesso per evitare che fossero messi in circolazione. Intermediario dell’operazione, non andata in porto, sarebbe stato un avvocato di Milano.

Durante l’operazione, denominata ”Vulcanica”, gli investigatori hanno sequestrato bond del Tesoro americano per un valore nominale di circa seimila miliardi di dollari. Le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare del gip di Potenza sono accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, spendita e introduzione in Italia di carte di pubblico credito false e altri reati, tutti aggravati dalla transnazionalita’.

La ”totale falsita’ ” dei titoli, apparentemente emessi nel 1934 dalla Federal Reserve, e’ stata accertata da funzionari della stessa Banca centrale americana e da personale in servizio presso l’Ambasciata Usa a Roma.     Dalle indagini – che hanno portato oggi all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei riguardi di otto persone – e’ emerso che le tre casse, con i titoli falsi, erano state trasportate da Hong Kong a Zurigo nel gennaio del 2007 e prese in carico da una societa’ fiduciaria elvetica.

L’inchiesta giudiziaria che ha portato al maxisequestro dei bond Usa per seimila miliardi di dollari Usa, tutti falsi, e’ stata diretta dai pubblici ministeri di Potenza Francesco Basentini e Laura Triassi, coordinati dal Procuratore della Repubblica Giovanni Colangelo, ed ha avuto origine da indagini dei carabinieri del Ros del capoluogo lucano su una presunta associazione mafiosa attiva nell’area del Vulture-melfese, in provincia di Potenza, che avrebbe operato anche nel settore dell’usura.

Nel corso dell’inchiesta e’ emerso, anche attraverso intercettazioni  telefoniche, che alcuni indagati, insieme ad altre persone di nazionalita’ straniera, erano coinvolti in un giro illecito di affari che riguardava anche titoli di stato americani.     Un primo riscontro si ebbe nel settembre 2010 a Roma, dove i carabinieri del Ros sequestrarono nell’abitazione di un indagato alcuni titoli di stato americani, anche questi falsi, del valore di 500 milioni di dollari.

Al sequestro dei bond americani, tutti falsi, per seimila miliardi di dollari, custoditi da una fiduciaria elvetica, si e’ arrivati grazie all’ ”ampia collaborazione” offerta dall’autorita’ giudiziaria elvetica ai pm di Potenza titolari dell’inchiesta. Venuti a conoscenza, attraverso indagini e intercettazioni, anche telematiche, su alcune caselle di posta elettronica, dell’esistenza di un elevatissimo numero di bond americani, contenuti nelle tre casse custodite dalla fiduciaria elvetica, i pm di Potenza Francesco Basentini e Laura Triassi hanno inviato un anno fa una rogatoria all’autorita’ giudiziaria svizzera, chiedendo il sequestro delle casse e dei titoli.

Le tre casse sono state aperte alcune settimane fa, con risultati ”incredibilmente sorprendenti” – ha detto un investigatore dei carabinieri del Ros – sia per l’enormita’ del valore dei titoli di stato falsi, sia per l’accurata manifattura delle tre casse (definite ”mother box”).   C’e’ voluta quasi una settimana per l’esame dei titoli, tutti risultati falsi, e per le successive conferme delle autorita’ americane.    L’inchiesta ha poi avuto un ulteriore impulso in Italia, culminato con le misure cautelari eseguite oggi dai carabinieri del Ros.

Delle otto persone raggiunte oggi dalle ordinanze emesse nell’ambito dell’inchiesta sui falsi bond Usa condotta dai pm di Potenza Francesco Basentini e Laura Triassi, tre sono in carcere, tre ai domiciliari, mentre altre due sono attualmente ricercate.    Le tre persone in carcere sono Rocco Menzella, di 69 anni, ex sindaco di Montescaglioso (Matera), Sebastiano Nota (73) di Carmagnola (Torino) e Francesco Travaini (61) di Codogno (Lodi). I tre uomini ai domiciliari invece sono Simeone Ghiglia (71) di Mondovi’ (Cuneo), Claudio Mangogna (62) di Roma e Adriano Perin (52) di Torino. Gli inquirenti, in una conferenza stampa che si e’ tenuta nel Palazzo di giustizia di Potenza, non hanno reso noti i nomi delle due persone ricercate.

Nell’ambito dell’inchiesta dei pm di Potenza sui falsi bond Usa, sono stati arrestati anche gli altri due uomini che stamani, risultavano irreperibili: lo si e’ appreso a Potenza da fonti investigative.    I due uomini arrestati dai Carabinieri nel corso della giornata sono Bruno Casciani, di 68 anni, di Roma, e Salvatore Incandela (60) di Trapani.

La ”rete” internazionale che ha organizzato la truffa dei bond statunitensi potrebbe essere interessata all’acquisto di plutonio: lo si e’ appreso a Potenza da fonti investigative.    Non sarebbe quindi solo finanziario l’interesse delle persone coinvolte nell’operazione ”Vulcanica”: da alcune intercettazioni sarebbe emerso un interesse per l’acquisto Plutonio da alcuni nigeriani, ma secondo gli investigatori ”l’acquisto non si sarebbe concretizzato”.

In ognuna delle tre casse che custodivano i bond statunitensi, accuratamente catalogati per numero di serie, gli investigatori hanno anche trovato – in un cilindro di piombo – una copia del trattato di Versailles, uno dei documenti firmati al termine della Prima Guerra Mondiale: i truffatori, infatti, avrebbero giustificato i seimila miliardi di dollari in titoli di Stato come parte degli enormi scambi di denaro tra le potenze vincitrici per le spese di guerra. E’ quanto hanno spiegato gli investigatori stamani, a Potenza, nel corso della conferenza stampa organizzata per illustrare i dettagli dell’operazione ”Vulcanica”. Nelle casse erano custoditi anche circa tremila fogli bianchi, da utilizzare eventualmente, secondo quanto hanno ipotizzato gli inquirenti, per falsificare altri titoli di Stato.

Secondo i tecnici della Procura e dell’Ambasciata degli Stati Uniti, infatti, una parte dei bond e’ stata falsificata con un’attenzione elevatissima per i dettagli (dai colori alla stampa), richiedendo quindi analisi specifiche per dimostrarne la contraffazione; per un migliaio di documenti, invece, si nota ”immediatamente il falso grossolano”. Gli stessi contenitori sono stati assemblati con ”un’accurata e realistica manifattura”: sono in legno, dipinte di nero, con la scritta in bronzo ”Chicago” e ”Federal reserve system” sul lato superiore. All’interno i titoli sono stati catalogati in gruppi di 250, con la data di emissione del 1934, e trattati chimicamente con paraffina e altre sostanze per la conservazione. Non e’ stato possibile, fino a questo momento, definire quando questi bond sono stati realizzati, ma i documenti sono sottoposti ad analisi per stabilirne la datazione.